nostro inviato a Los Angeles
Il campus della Ucla University è abbastanza grande da farci star dentro un mucchio di progetti, mentre un pullman sfreccia con le vetrofanie della sfida che si terrà alle otto di sera del primo agosto fra i Los Angeles Galaxy e il Barcellona al Rose Bowl. Ci sono David Beckham, Landon Donovan, Lionel Messi e Rafael Marquez che strizzano l'occhio mentre l'autista in divisa impeccabile dà gas e s'infila sotto il ponte che porta alle facoltà. E' solo un'illusione, il soccer qui resta il soccer, una giostra per bambini dove magari vai velocissimo ma non arrivi mai. L'ultima volta che hanno visto l'Inter da questa parti era il '68, la squadra di papà Moratti sfidò il Santos di Pelè allo Yankee Stadium di New York e vinse con un gol di Facchetti. Qualcuno pensò che il soccer poteva funzionare anche qui e se sfondava erano dollari. Nel '70 misero in piedi la Nasl e fu subito un successo enorme con O'Rey, Carlos Alberto e Neeskens, c'era anche Giorgione Chinaglia: «Un grande business e una piramide capovolta - spiega Aldo Tripicchio, presidente dell'Inter club Giacinto Facchetti del New Jersey -. Non c'era una base su cui costruire, non c'era un movimento giovanile e infatti quel cimitero di elefanti nell'84 è fallito miseramente, una voragine che ha inghiottito milioni di dollari invece di produrli».
Adesso se entri in una qualsiasi steak house c'è Espn che trasmette baseball ventiquattro ore su ventiquattro. E negli intervalli ti mandano i vecchi filmati in bianco e nero degli Yankee che entrano correndo in fila indiana nel diamante. Il soccer qui è cosa per ragazzi, si fa al college e poi all'università, tante di quelle ragazze da far invidia, con Mario Balotelli appiccicato alla rete che se le guarda e commenta. Alla Ucla University di Los Angeles il loro campo confina con quello di Mourinho, c'è solo una fitta rete nera che li divide. Ma si sentono i gridolini. «Qualcosa è cambiato quando ci hanno dato i mondiali del '94 - spiega Tripicchio -. Si sono formate tantissime leghe, tutto subito, rapidamente e in un batter d'occhio come si usa fare da queste parti. Oggi nel New Jersey c'è un movimento di 275mila ragazzi dai 7 ai 18 anni che giocano a soccer. A livello giovanile ci batte solo il basket. Adesso poi c'è stato l'enorme successo della Confederations Cup, l'America quando una sua squadra vince si affeziona».
Se il soccer è un succedaneo sportivo, l'Inter è un'emerita sconosciuta, quindi adesso con questa tournee sta puntando forte, vuole farsi riconoscere, vuole entrare nel cuore dei ragazzi: «L'anno scorso ho organizzato qui la tournee degli Allievi dell'Inter - dice Tripicchio -. A Clark contro l'Ocean City Barons c'erano perfino 5mila spettatori, per noi un successone. Le cose si sono complicate con i Red Bull, squadra della Mls: pochissima gente, un fiasco. L'Inter nelle intenzioni voleva aprirsi un varco nei college e nelle università americane, ma non fu possibile, adesso ci riprova e ha in mano altre carte».
Espn manderà tutte le partite in diretta, la Caa che organizza l'evento è una compagnia cinematografica che fra le tante attività cura anche gli interessi di Cristiano Ronaldo e ha messo a capo dell'organizzazione di questa coppa Charlie Stillitano, uno dei direttore della World Cup del '94. Questo World Football Challange potrebbe anche invertire la tendenza: Inter, Milan, Chelsea e i messicani del Club America garantiscono intrecci pericolosi. Una coppa itinerante perché si gioca a Palo Alto, Pasadena e Foxbrough, chi vince si porta a casa il trofeo ma soprattutto un formidabile volano nel merchandising, perché in America per essere riconosciuti bisogna vincere.
La Espn manda tre partite di serie A in diretta nel week end, poi ci sono due canali che danno calcio 24 ore su 24, la Fox soccer channel e la Goal tv dove il Milan ha un programma settimanale di un'ora prodotto dalla sua tv tematica che va in lingua originale con i sottotitoli in inglese.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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