Politica

L’università liberale entro le Europee 2009

L’ateneo avrà sede in una villa brianzola Quattro facoltà, Petroni candidato come rettore. E lezioni di statisti internazionali

da Roma

Il decollo ufficiale è ancora lontano. Ma il lavoro sotto traccia continua a ritmo serrato, sull’onda di quell’entusiasmo contagioso che Silvio Berlusconi sta trasmettendo ai suoi collaboratori e alle persone coinvolte nel suo ultimo grande progetto: «L’università del pensiero liberale».
Nel corso delle vacanze natalizie Silvio Berlusconi ha discusso a lungo dell’idea di creare un ateneo ad hoc con cui scardinare il «monopolio della sinistra» in campo culturale e accademico e formare la «futura classe dirigente moderata». Ha ottenuto da Ferdinando Adornato, il 20 dicembre scorso, un dettagliato progetto di quattro pagine. Si è confrontato con Giuliano Urbani, incassando la sua disponibilità a seguire come «consulente» questa creatura, fermo restando che l’attuale consigliere della Rai non vuole incarichi nel futuro ateneo alla luce della sua lunga carriera nella Bocconi. Ha parlato con don Gianni Baget Bozzo che dovrà occuparsi di immettere elementi di cattolicesimo liberale nel dna della nuova creatura. Ha discusso, più volte, con Angelo Maria Petroni che, come direttore della Scuola superiore della Pubblica amministrazione e primo candidato al ruolo di «rettore» dell’università, è un referente importante per lo sviluppo di questo progetto. E non sono mancati, naturalmente, ampi scambi di idee con Marcello Dell’Utri.
Berlusconi, di fronte allo scetticismo sollevato da alcuni in merito alle pastoie burocratiche che potrebbero ostacolare il riconoscimento dell’ateneo da parte dello Stato italiano, ha detto con chiarezza che è sua intenzione andare fino in fondo. Su questo punto, peraltro, c’è chi, come Gaetano Quagliarello, consiglia di «non richiedere affatto il riconoscimento dell’ateneo da parte dello Stato». Un modo per far partire una battaglia liberale per l’abolizione del valore legale del titolo di studio. «Così come Berlusconi ha rotto il monopolio pubblico nella televisione, potrebbe farlo in campo universitario» spiega il professore.
Il presidente azzurro ha fissato una «deadline»: l’università dovrà essere inaugurata entro le Europee del 2009 e dovrà diventare un punto di riferimento, una cabina di regia per l’elaborazione della rotta politico-culturale del partito unico del centrodestra, oltre a rappresentare un grande lascito futuro dell’ex premier. La sede sarà una villa nel cuore della Brianza un tempo utilizzata come scuola di formazione del Credito italiano, così come potrebbe nascere presto una fondazione che dovrà essere la casa madre e la holding dell’università. Si pagherà una retta ma ci saranno borse di studio per i più meritevoli. «L’ossatura del corpo docente sarà composta da intellettuali italiani» spiega Adornato. «Ma grazie alle amicizie di Berlusconi si può pensare a corsi brevi di Bush padre, Kissinger, Gorbaciov, Kohl, Aznar. Ma anche di personalità di altri campi come Robert Kagan, Michael Novak, André Glucksmann». Le facoltà finora prese in considerazione sono: Economia, Scienze politiche, Giurisprudenza e Scienza della comunicazione. Ma c’è chi sostiene che per scardinare il monopolio della sinistra in campo culturale sarebbe utile anche un allargamento del campo alle materie umanistiche.
Esiste, però, anche un’altra strada: quella che punta a percorrere un percorso mirato e più ristretto. Petroni, infatti, ha parlato con il Cavaliere della possibilità di puntare su una struttura post-laurea, capace di produrre master e dottorati. L’obiettivo? Preparare i laureati per i concorsi nelle grandi istituzioni italiane ed europee in modo da avere finalmente una classe dirigente non ostile al centrodestra in alcuni posti chiave del potere. Questa soluzione, però, potrebbe non essere alternativa alla prima.

I corsi di laurea e quelli post-laurea potrebbero, infatti, camminare su binari paralleli per un progetto che diventerebbe ancora più ambizioso rispetto alle premesse iniziali.

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