Massimo Malpica
da Roma
Ci sono voluti sessantanni per riportare alla luce almeno il ricordo di quei morti dimenticati e la tragedia di un popolo, ma ad appena due anni dalla sua istituzione, la Giornata del ricordo mostra quantomeno di non essere ancora la data che celebra una memoria condivisa su una pagina drammatica della nostra storia. Così, la mostra sulle foibe e sullesodo che Azione universitaria voleva inaugurare oggi alla facoltà di Economia e commercio di Roma tre non si farà. Lhanno fermata il «no» della preside, Maria Paolo Potestio, ma soprattutto quello del rettore, Guido Fabiani, «celebre» per aver prima ipotizzato il boicottaggio, e poi accostato alla Coca Cola dei distributori automatici delluniversità una bevanda equa e solidale.
Ma la mancata celebrazione della Giornata del ricordo nellateneo romano scatena reazioni inevitabilmente polemiche, e lex ministro Maurizio Gasparri, di An, sul «gran rifiuto» annuncia uninterrogazione urgente al ministero dellIstruzione, delluniversità e della ricerca.
«Cè una legge dello Stato che propone di ricordare le vittime delle foibe e degli italiani cacciati dallIstria, da Fiume e dalla Dalmazia - sostiene lesponente di Alleanza nazionale - e un rettore non può impedire uniniziativa che si inserisce in queste celebrazioni. Come gesto riparatore propongo a Letizia Moratti di far allestire la mostra presso il ministero della Pubblica istruzione, a Roma, in occasione della Giornata del ricordo. Il rettore di Roma tre si dovrebbe vergognare per linutile tentativo di intimidire gli studenti».
E proprio dal ministero di viale Trastevere arriva un secondo commento, quello del sottosegretario Maria Grazia Siliquini che definisce «incredibile» quanto avvenuto a Roma tre, come anche il rifiuto del preside del liceo classico Meli di Palermo, di fronte a una legge della Repubblica, bollando come «banali scuse per negare la memoria» i motivi burocratici e il timore di tafferugli sollevati dai vertici di Roma tre e dal capo di istituto siciliano. «È naturale che le immagini di quella tragedia siano cruenti, come lo sono quelle dei campi di concentramento nazisti e dei gulag sovietici. Ma i giovani italiani hanno il diritto di conoscere tutta la storia, senza oblii di alcun genere». «In Italia - conclude la Siliquini - sanno tutti che i tumulti e i disordini pubblici sono causati da quegli stessi Disobbedienti, spesso tutelati da presidi e rettori, che poi boicottano Tav e Olimpiadi, generando danni economici e dimmagine per il Paese».
Chiamato in causa, il rettore Fabiani rifiuta letichetta di «censore» e rispedisce al mittente la responsabilità della mancata autorizzazione, sostenendo di averla negata proprio nel rispetto della Giornata del ricordo. «Io censore? Nella maniera più assoluta: la proposta per la mostra è stata avanzata a pochi giorni dallevento di oggi, e il 10 febbraio è una data troppo importante per essere liquidata con un progetto raffazzonato», spiega Fabiani, che respinge anche laccusa rivoltagli da Azione universitaria di essere il solo responsabile di ateneo in Italia ad aver negato il permesso. «Sono stato alla conferenza italiana dei rettori - spiega - e dai colleghi ho ricevuto solidarietà per le accuse rivoltemi. E tutti quelli con cui ho parlato mi hanno garantito di non aver autorizzato simili manifestazioni nelle università». Eppure, dopo aver assicurato la propria disponibilità «a prendere in considerazione qualsiasi manifestazione che si proponga di raccontare con serietà e competenza e senza strumentalizzazioni politiche lorrore delle foibe», Fabiani ammette che su questa tragedia esistono ancora censure. «Purtroppo è vero - osserva - ma bisogna guardare avanti e pensare al futuro: compito degli educatori è inserire questa terribile pagina di storia in un quadro più ampio dove si raccontino tutti gli orrori del Novecento, senza prevenzioni».
E nel frattempo qualcuno, evidentemente prevenuto, ha rubato il materiale della mostra sulle foibe allestita dai giovani di Forza Italia alla facoltà di Ingegneria di Firenze.
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