L’uomo icona della moda è più vanitoso di una donna

Milano«Guardo le icone di ieri perché quelle di oggi non mi sembrano altrettanto interessanti», dichiara Frida Giannini poco prima di presentare sulla passerella di Gucci del prossimo inverno un'immagine maschile che ha molti elementi in comune con quella di Rod Stewart negli anni Settanta, quando il cantante inglese di origine scozzese diventava una superstar internazionale grazie all'esplosivo cocktail tra voce roca, stile impeccabile, sfrontatezza e sensualità. Ci sono i pantaloni skinny leggermente a zampa di elefante. Le giacche sono un po' più lunghe del solito e con le spalle costruite a rollino, ovvero con una leggera imbottitura arrotolata che regala al corpo l'incredibile dinamismo della forma a V. Soprattutto c'è una specie di omaggio al british style nel recupero di materiali tipo tweed, flanella, angora e mohair con colori tipo polvere di rosa, fango, ostrica e quel difficile punto di marroncino che i francesi chiamano "noisette" e i milanesi traducono in "cacchetta". A tutto questo bisogna aggiungere quella sfrontatezza sorniona per cui un uomo con tanti soldi e poca voglia di passare inosservato si può concedere il lusso sibaritico di una stupenda pelliccia in Mongolia leggera come una nuvola e altrettanto voluminosa sul corpo, un incredibile trench in struzzo trattato come nabuk e la prima versione maschile della celebre "bamboo", la borsa consegnata al mito da donne come Jackye Kennedy e Grace Kelly. "Visto che nel 2011 si celebra il novantesimo compleanno di Gucci, mi sembrava giusto cominciare i festeggiamenti con un recupero senza nostalgia degli elementi forti del brand" racconta Frida spiegando poi che in settembre verrà inaugurato il museo del marchio in piazza della Signoria a Firenze. Inevitabile quindi guardare agli anni Settanta, periodo d'oro per la griffe di alta pelletteria che divenne moda con la M maiuscola prima nelle capaci mani di Tom Ford e oggi in quelle non meno dotate di Frida.
«Un uomo dominante in modo soft», dice Donatella Versace in forma smagliante nel backstage di una convincente sfilata uomo che segna il ritorno nella storica sede di via Gesù. La bionda signora del Made in Italy propone un'immagine maschile depurata da ogni orpello, anche se poi a ben vedere l'uomo Versace per il prossimo inverno sarà pieno di gadget e accessori come il gilet in pelle lavorata a canestro con uno spettacolare effetto 3D e la cintura attrezzata con borse e borsine porta-tutto sopra al perfetto completo scuro da giorno. Per questo modello che segna un punto e a capo nella mistica della mascolinità di Versace, bisogna raddoppiare gli aggettivi: stretto-stretto e piccolo-piccolo, una linea sottile e slanciata come una matita. Il risultato è particolarmente donante sui pantaloni perché Donatella (a differenza di Hedi Slimane e di altri designer che amano questo stile estremamente pulito) vuole vestire gli uomini e non i ragazzini. "L'età è un fatto mentale e non di anagrafe, ma certo ai giovani bisogna guardare perché sono il futuro" dice infatti. Poi ammette di essere interista e davanti ai bellissimi cappotti blu kline ribattezza scherzosamente il colore in "Blu Leo".
Torna seria nel rispondere che l'uomo più sexy del momento a suo parere è l'attore Chistian Bale (quello di American Psyco, per intenderci, la risposta di Dio alle preghiere di qualsiasi signora) e come sempre tocca pensare che lei è un'icona soprattutto per il suo lato umano, irresistibile. Del tutto diverse anche se ugualmente molto interessanti le collezioni di Dirk Bikkembergs e di Moschino partono da due sport iconici anche se molto meno popolari del football. Per Bikkembergs il senso del lusso abita nella canoa per via delle imbarcazioni che dal punto di vista tecnologico sono come Ferrari ma soprattutto per il grande lavoro di squadra che devono fare tanto i muscoli quanto gli atleti. Quindi in omaggio alla necessità dei canoisti di muovere le braccia in libertà, lo stilista elimina le maniche perfino dai cappotti oppure le sostituisce con interessanti costruzioni in maglia smacchinata sul tessuto. Molto belli gli abbinamenti dei colori tra cui verde menta e grigo nuvola.

Da Moschino è di scena il rugby, con una deliziosa ironia nelle microstampe di camicie e piumini (le faccine della gente allo stadio oppure le sneakers) ma anche con tanta sapienza sartoriale nel costruire le spalle del giubbotto in pelle con la tomaia di una scarpa da rugbista.

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