L’utilità delle cure palliative

Fondata venti anni fa dal professor Ventafrida la Sicp conta oggi sedici sedi regionali e 100 hospices

Gianni Clerici

In Italia, come in Europa e in molte parti del mondo, le cure palliative stanno vincendo la battaglia contro l’indifferenza. A vent’anni esatti dalla fondazione della Società italiana di cure palliative da parte di Vittorio Ventafridda, a Milano nel 1986, oggi la Sicp conta oltre 1.500 soci e 16 sedi regionali. Scienza, emotività e creatività sono le tre direttrici portanti del tredicesimo Congresso nazionale che si terrà quest’anno a Bologna dal 26 al 29 aprile.
Con la sua capillare presenza sul territorio la Società italiana di cure palliative ha contribuito alla realizzazione di una rete di cure specialistiche; all’incremento del numero degli Hospice (oggi più di cento); alla diffusione in ogni regione di modelli di assistenza domiciliare al malato inguaribile; alla sensibilizzazione di istituzioni e discipline sanitarie nei confronti della medicina palliativa (quaranta le attestazioni di patrocinio annunziate durante il Congresso). Tutto questo avviene grazie al sostegno del vasto mondo del non profit, in particolare della Federazione Cure Palliative, che coordina 55 associazioni impegnate in questo settore.
Il Congresso, rappresentato nel programma ufficiale dall’immagine di un faro, ha l’obiettivo di dar luce non solo ai progressi fatti in Italia per restituire dignità ai malati inguaribili, ma anche alle novità terapeutiche, ai progetti in corso e al futuro delle cure palliative come disciplina autonoma. È infatti cresciuto l’interesse di molte discipline sanitarie nei riguardi dell’approccio palliativo e della rete assistenziale che ne applica i principii. Neurologia, cardiologia, pneumologia, infettivologia, terapia intensiva, riabilitazione, geriatria, pediatria, di fronte alle problematiche dell’inguaribilità e della fine della vita, stanno ormai seguendo percorsi di stretta sinergia con la Sicp, approfondendo tematiche e strategie comuni.
A questo ampliamento di orizzonti corrisponde una continuità nel confronto culturale con i tre mondi storicamente e culturalmente più vicini alle cure palliative: quelli dell’oncologia, della terapia del dolore e della medicina generale. In particolare l’atteggiamento assunto nei confronti del dolore o meglio del superamento del dolore è la novità più rilevante degli ultimi dieci anni. Appare anche mutato l’atteggiamento del mondo accademico, del ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca e del ministero della salute, che guardano oggi alle cure palliative come ad una precisa area dell’assistenza sanitaria che necessita di urgenti interventi volti a formare operatori professionalmente impegnati, motivati e capaci.
I rapporti con le Istituzioni si sono sempre più rafforzati.

Diversi rappresentanti delle cure palliative occupano un ruolo di primaria importanza in alcuni Gruppi di lavoro incaricati di elaborare documenti relativi al nuovo programma oncologico nazionale (parte del Piano Sanitario Nazionale 2006-2008).

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