Lacrime e sangue ad Atene: via 30mila statali

La Grecia con l'acqua alla gola. Intesa con la "troika" Bce-Ue-Fmi sui licenziamenti. Ma il Paese non ce la farà a raggiunge i target di bilancio per il 2011 e il 2012. Da settimanel il primo ministro Papandreou è in frenetiche trattative per salvare il suo Paese dalla bancarotta

Lacrime e sangue ad Atene: via 30mila statali

La Grecia resta al palo, la sua economia non crescerà il prossimo anno come era invece previsto. Atene, infatti, non riuscirà a raggiungere i target di bilancio per l’anno in corso e il 2012 concordati con Ue e Fmi in relazione al proprio salvataggio. Secondo alcune fonti, ora per il Paese ellenico si stima un deficit dell’8,5%, contro il 7,6% precedente. Il Pil è atteso in calo del 5,5%, molto al di sotto delle aspettative.

Il governo guidato da George Papandreou e i capi della delegazione Ue-Fmi-Bce hanno intanto raggiunto un accordo preliminare sul programma di risanamento che prevede il taglio di 30mila lavoratori pubblici come chiede la «troika», soprattutto attraverso prepensionamenti per gli ultrasessantenni. L’intesa passa ora al vaglio del Parlamento. Soddisfatto, in proposito, è il ministro delle Finanze, Evangelos Venizelos, il quale, proprio in virtù di questo accordo, ha annunciato in un’intervista che il rischio di default del Paese a fine mese è stato scongiurato: un’intesa di massima è stata infatti raggiunta sulla prossima tranche di aiuti (8 miliardi) con i negoziatori dell’Ue, del Fondo monetario internazione e della Commissione europea. Nelle ultime ore si sono anche moltiplicati i richiami al più alto livello politico sulla necessità di salvare la Grecia, come quelli del presidente francese Nicolas Sarkozy e della cancelliera tedesca Angela Merkel (che però deve fare i conti con le dichiarazioni in senso contrario da forze della sua stessa coalizione: i liberali del Fdp e i cristiano democratici della Csu bavarese).
Intanto, la riunione dei ministri delle Finanze dell’Eurozona, in programma oggi a Lussemburgo, rischia di deludere i mercati, che si attendono decisioni concrete dai governi europei, mentre l’appuntamento, programmato da tempo, ha solo carattere interlocutorio.

I ministri discuteranno probabilmente delle diverse ipotesi, ancora molto controverse, che circolano per escogitare nuovi strumenti contro la crisi del debito sovrano, ma certo non potrà esservi alcuna decisione al riguardo, così come non c’è da aspettarsi niente di nuovo sul secondo piano di salvataggio la Grecia, da 160 miliardi di euro. È ancora troppo presto anche per la sesta tranche (da 8 miliardi di euro) del primo piano di aiuti, visto che il rapporto della Trojka in base al quale dovrebbe essere sbloccato non è ancora pronto.


Un elemento nuovo positivo in questo quadro di persistenti difficoltà a trovare una via d’uscita dalla crisi è la ratifica, a larga maggioranza da parte del Bundestag tedesco, il 29 settembre, dell’accordo del vertice dell’Eurozona del 21 luglio per il rafforzamento del Fondo di stabilità (Efsf).

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