Acquisizioni mirate, fusioni infragruppo e la garanzia che non ci sarà nessun impatto a livello occupazionale. Sono questi alcuni dei punti su cui si sviluppa il progetto industriale di Lactalis per Parmalat, sulla base di quanto emerge dal prospetto informativo per lOpa da 3,4 miliardi di euro, approvato dalla Consob. Parigi punta a rafforzare «la capacità di Parmalat di porsi come gruppo italiano leader» nel latte, sia «attraverso un percorso di crescita organica, sia attraverso acquisizioni mirate». Inoltre, Lactalis, ad oggi, non prevede «operazioni che possano avere un impatto sui livelli occupazionali e sullorganizzazione dei siti produttivi e distributivi di Parmalat». Daltro canto, i Besnier si riservano «di valutare lopportunità di procedere, anche nei dodici mesi successivi alla data di pagamento, a fusioni tra società italiane facenti capo» al gruppo francese e Parmalat «o altre operazioni straordinarie anche al fine di favorire lo sviluppo e o lintegrazione dei due gruppi».
Il documento martedì prossimo sarà al vaglio del cda del gruppo guidato da Enrico Bondi, che dovrà decidere se raccomandare o meno agli azionisti di Collecchio lofferta francese da 2,6 euro, ovvero 20 centesimi in meno rispetto a quanto Lactalis ha messo sul piatto dei fondi esteri (Zenit, Skagen e MacKenzie) per rilevare il loro 15,4% del capitale. I francesi puntano dritto alla conquista della maggioranza assoluta di Parmalat. E per arrivarci sono disposti anche a indebitarsi fino a 7,7 miliardi (al 31 marzo il debito del gruppo era a 4,3 miliardi), considerati i 3,4 miliardi di finanziamenti messi sul piatto dal pool di banche straniere (SocGen, Credit Agricole, Natixis e Hsbc) che sosteranno lOpa.
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