Ladro fermato 15 volte Ma è sempre libero

Il tredicenne rom è stato sorpreso per la seconda volta in 48 ore mentre borseggiava alla stazione di Milano: non è imputabile. Lo Stato si arrende di fronte ai baby delinquenti. La proposta del vicesindaco De Corato: "Una legge sui minori plurirecidivi, sono manovalanza per la criminalità"

Ladro fermato 15 volte 
Ma è sempre libero

Milano - L’hanno fermato per la seconda volta nel giro di 48 ore mentre borseggiava viaggiatori alla stazione Centrale di Milano, ma avendo meno di 14 anni, e i genitori in Romania, non c’è stato nulla da fare. Lo Stato così si arrende, alza bandiera bianca e dà al baby ladro, licenza di rubare. «Rilasciatelo», è stata la disposizione del giudice per i minori. E dopo pochi minuti l’adolescente era fuori, probabilmente diretto al «posto di lavoro».
Lo zingarello negli ultimi sei mesi era già stato fermato una quindicina di volte, l’ultima in circostanze piuttosto movimentate. Sabato scorso, alle 12.30, un equipaggio di carabinieri in borghese sta infatti pattugliando la Centrale, regno di borseggiatori, prostitute spacciatori di droga, delinquenti vari. I militari notano il ragazzino, descritto molto alto e sviluppato, sfilare il portafoglio a un viaggiatore iraniano e intervengono per bloccarlo, scatenando però una mezza rivolta. Una quindicina di altri rom, tra cui anche alcuni adulti, prendono a bersagliare i carabinieri con pietre e bottiglie.Alla fine i militari portano il ragazzino in caserma. Qui, lui dichiara di avere meno di 14 anni, età minima per essere considerati imputabili. Particolare confermato dall’esame osseo che fissa la sua età intorno ai 13 anni. Lo zingarello ha poi aggiunto di essere solo perché i genitori sono rimasti in Romania. In questo caso c’è ben poco da fare: può solo finire in comunità, dalla quale, non essendoci sbarre e secondini, scapperà sicuramente, come per altro insegnano i precedenti. E il giudice ne ordina il rilascio.
Passano due giorni e lunedì 9 verso le 20.30 parte il «coordinato» dei carabinieri sul tutta la Lombardia per il controllo delle aree a rischio. Tra queste ovviamente la Centrale, presidiata da alcuni equipaggi con i colori d’istituto, dunque facilmente identificabili.
La presenza non turba il nostro zingarello che sfila il portafoglio dalla borsa di una peruviana in compagnia del marito. Sotto gli occhi dei militari che tornano a intervenire. Il piccolo ladro, mollato il bottino, si dà alla fuga, inseguito dal tenente Andrea Pietracupa, che deve requisire uno scooter per reggere il passo al borseggiatore «Speedy Gonzales». E alla fine raggiunge il ragazzino, nonostante si fosse infilato nel metrò.
Lo zingarello viene nuovamente portato in caserma dove si ripete la solita pantomima. «Sono sempre io, ho meno di 14 e i miei genitori non sono in Italia». Nuova telefonata al giudice dei minori e nuova disposizione: «Rilasciatelo».
E il ragazzino torna libero per la strada, senza che nessuno sappia almeno dove dorma. Inizialmente avrebbe detto di vivere in un campo dietro il cimitero Maggiore, in un’area attrezzata dove risiedono i nomadi che hanno firmato con il Comune il «patto di socialità e legalità». Vale a dire l’impegno a pagare i servizi erogati (luce, acqua, gas, fognatura e asporto rifiuti) e mandare i figli a scuola, pena l’espulsione. Ma, come ha precisato il vice sindaco di Milano Riccardo De Corato, di ragazzini con quel nome non c’è traccia nei campi attrezzati. Ed è lo stesso vicesindaco a lanciare ora un appello: «C’è assoluta urgenza di una nuova normativa sui minorenni plurirecidivi.

Questo caso dimostra che ormai siamo all’assurdo. La legge attuale non è in grado di contrastare con efficacia i reati predatori attuati su commissione da bande di immigrati clandestini. Organizzazioni che sfruttano i minori per il crimine».

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