Lady Alemanno: «In campo nel Lazio? Perché no»

RomaTra i membri del comitato elettorale di Renata Polverini, candidata a governatore del Lazio per il Pdl, figura anche Isabella Rauti. Un nome che in questi giorni ricorre spesso nelle cronache politiche perché sono in molti ad accreditare una sua candidatura nel listino della stessa Polverini. Moglie del sindaco di Roma Gianni Alemanno e figlia di Pino Rauti, tra i fondatori del Msi, la signora Isabella non ha però bisogno di credenziali o sponsor familiari. «Per me vorrei che parlasse solo il mio curriculum» ricorda la Rauti, attualmente capodipartimento al ministero delle Pari opportunità. «Faccio politica da quando avevo 14 anni - ricorda la signora Rauti - ed è facendo politica che ho conosciuto mio marito. Non il contrario».
Alcuni giornali danno già per certo la sua candidatura.
«Non è così. Ci sono ancora delle cose da vagliare. Dei dubbi da sciogliere».
Suo marito ha detto che deciderà in perfetta autonomia.
«È così. Mio marito e il suo ruolo non interferiscono. Caso mai è il lavoro che ho al ministero a fare da forte contrappeso nella scelta».
Trova interessante questo inizio di campagna elettorale?
«Direi sorprendente. Per la prima volta si fronteggiano due donne. Ed è significativo che questo accada in una regione che durante la giunta Storace ha inserito nello statuto una quota del 50% di donne nel listino di maggioranza».
Ed è proprio in quel listino che vogliono inserire il suo nome, vero?
«Esatto. Per me non si tratterebbe di una campagna elettorale tradizionale come ho fatto altre volte».
Di quelle per intenderci dove si va in giro con i «santini» col proprio nome per convincere gli elettori a scrivere il suo nome nella scheda elettorale.
«Sono già nel comitato della Polverini. E comunque vadano le cose farò una campagna porta a porta per lei».
Conosce bene sia la Bonino che la Polverini. Cosa pensa delle candidate?
«Con Renata ci lega un’amicizia decennale. L’ho conosciuta quando lavoravamo insieme nel coordinamento femminile dell’Ugl. La sua vocazione per i temi sociali è autentica. È una persona pratica che sa farsi capire da tutti».
Descrizione che andrebbe bene anche per la Bonino.
«La differenza sta però nei programmi. Due esempi dirimenti: il quoziente familiare (cui sono favorevole) e la pillola Ru 486 (cui sono contraria). E, poi, la Bonino ha navigato attraversato tante stagioni politiche».
Per una questione anagrafica, direi.
«Non solo. Comunque constato che non è la novità dello scenario politico. Renata sì».
Ha mai pensato che se venisse eletta assocerebbero il suo ruolo in Regione con quello di suo marito in Comune?
«È un pensiero superficiale e lontano dalla realtà.

Tra i due enti ci sono solo rapporti istituzionali che non riguarderanno certo me, anche se eletta non avrei incarichi di governo regionale».
Alla fine, si candiderà? Almeno spera che accada?
«Più che una speranza è un’ipotesi interessante».

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