È mucho faticoso anche per borse e pacchi uscire dalla boutique Chanel in via Sant’Andrea, tanto è il rumore della gente intorno all’atelier e smaccante il flash dei fotografi. E anche per lei, la piccola Lady Gaga, che avanza dal camerino in stile Belfagor, è faticoso entrare sull’automobile che l’aspetta appena fuori dalla porta in mezzo ai fans scatenati. Sembra uno spillo in tulle nero. Ancheggia in tuta brillantosa, borchiata, stretta. Zatteroni che paiono piramidi e un lungo velo tempestato di luccioline che la copre dalla testa ai piedi, e se qualcuno l’ha già definita una «Madonna» del terzo millennio, ieri in pieno centro appariva più come una Fatima, leggi figlia di Maometto, in total black. Gli acquisti la rendono ancora più fatale, un fantasmino che sventola tra le strade di una città che l’ha attesa con foga. Non erano proprio fantasmi, invece, i due bagarini napoletani sorpresi e arrestati dalla Polfer su un treno per Milano in partenza dalla stazione Termini di Roma. Alfonso Covella, 23 anni, con precedenti di bagaraniggio e anche di rapina, e Vincenzo Riccardi, 31 anni. Nei loro bagagli sono state trovate banconote false da 50 euro e ventitre biglietti contraffatti dei due concerti milanesi della popostar Usa di origine italiana, in scena ieri e oggi al Mediolanum Forum di Assago.
Approdata sotto la Madonnina, la «Gagariella» ha sfogato lo shopping nella maison francese, ma per il palcoscenico è tutta vestita da Giorgio Armani, che per lei pare aver abbandonato il suo stile «androginetta bon ton» in tailleur, per disegnare una body-corazza in strass con spalle da Samurai e un capo in paillettes arcobaleno, con nastri che vanno a piazzarsi sul petto e sulla manica con un motivo ad aragosta. «Stimolante e divertente» ha definito il Giorgio internazionale questo nuovo piglio creativo, dedicato a una ragazzina di ventiquattro anni di straordinaria «energia, eccentricità e doti interpretative». Che passa dalle griffes parigine a quelle made in Italy, anche se lei stessa, Stefani Joanne Angelina Germanotta, questo il suo vero nome, ha già fondato «Haus of Gagà», un marchio di produzione che realizza i pezzi che indossa.
Per il «Monster Ball Tour», che sfodererà motivi-tormentoni del 2010 come «Alejandrò», «Bad Romancè» e «Telephonè», sono già «bruciati» i rari biglietti disponibili, e ci dispiace gettare tristezza su coloro che non potranno assistere a uno spettacolo che ha già assicurato colpi di scena siderali.
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