Una lady silenziosa al posto di Bossi jr

Quando fu eletto in Consiglio regionale, nel maggio del 2010, Renzo Bossi si premurò di precisare: «Sono qui per passione politica. Non ho nemmeno compilato i moduli per i versamenti in banca». Come a dire: nessun interesse per lo stipendio da 12mila euro al mese, solo un’autentica voglia di darsi da fare. E di riscattarsi dalla macchietta del Trota, che passò l’esame di maturità solo al terzo colpo. «Farò vedere quanto valgo». Ora le sue dichiarazioni gli si accartocciano addosso, assieme alla bufera giudiziaria che si è abbattuta sulla Lega.
Una situazione pesante, da affrontare nell’unico modo possibile: con le dimissioni. Le ha rassegnate il padre, in parecchi se le aspettavano anche dal figlio. A dir la verità nessuno, in Regione, gliele ha chieste: né gli alleati del Pdl, né l’opposizione di centrosinistra. Per ora infatti il Trota nemmeno risulta indagato. «Ma io do l’esempio - ha spiegato lui -. Sono sereno e ho fiducia nella magistratura. È giusto e opportuno farsi da parte, so benissimo cosa ho fatto». «Bene così» commenta il presidente della Regione Roberto Formigoni su Twitter. A prendere il posto di Renzo Bossi tra i banchi leghisti sarà la prima dei non eletti nella circoscrizione bresciana: Clotilde Lupatini, leva 1949, 2.919 voti all’attivo, ex consigliere del Centro Fiera spa e commissario della Lega a Montichiari. Un curriculum dignitoso il suo ma poco vistoso: tanto che la sua candidatura nel 2010 non risultò affatto scomoda, quasi scelta ad hoc per lasciare strada libera al battesimo di Bossi jr in politica. Prima dell’ingresso della Lupatini al Pirellone tuttavia, Renzo Bossi dovrà presentare le dimissioni in via ufficiale. I leghisti apprezzano il gesto del figlio del Senatùr. Qualcuno ci sperava senza poterlo dire ad alta voce. «Credo che in questo modo Renzo recuperi parte di quel danno che ha fatto il padre» commenta il capogruppo leghista in Regione, Stefano Galli, che oggi incontrerà Bossi jr per ufficializzare l’atto e che, a dirla tutta, non si aspettava una decisione del genere. Un po’ di stupore in Regione c’è anche per quanto dichiarato da Umberto Bossi che, cuore di papà, para il colpo: «Da tempo Renzo mi diceva di essersi stufato di stare in Regione».
Parla di un «atto di estrema sensibilità e maturità politica» Monica Rizzi, assessore allo Sport (indagata) e «baby sitter» del Trota fin dal suo battesimo elettorale nel bresciano. «Ha dimostrato di non essere attaccato alle poltrone ed eviterà che gli sciacalli attacchino suo padre per colpa sua». Il senatore varesino Fabio Rizzi lancia un appello perché nel partito si faccia pulizia di tutta «la banda Bassotti e di chi ha circuito il capo».
L’opposizione lombarda cavalca l’onda delle dimissioni di Bossi jr per tornare a chiedere quelle del presidente del Consiglio Davide Boni che, fa notare Gabriele Sola (Idv), «si mantiene da 34 giorni aggrappato alla poltrona più alta dell’assemblea lombarda, nonostante le indagini della magistratura lascino intravedere gravi ipotesi di reato».

Ma Boni precisa che già è stato di fronte alla segreteria politica della Lega, a Bossi, Maroni e Calderoli: «Lì - spiega - ho dato le mie dimissioni, che sono state rifiutate, mentre in aula ho avuto la fiducia della maggioranza». Al Pirellone c’è anche chi pensa che a seguire l’esempio del giovane Bossi debba essere anche Rosy Mauro: «Io al suo posto - sostiene il consigliere del Carroccio Massimo Garavaglia - l’avrei già fatto».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica