Il lago di Bracciano si restringe, fauna in ritirata

Sindaci in rivolta, sotto accusa anche i proprietari delle tante villette abusive sorte negli ultimi anni che attingono al bacino

Spiagge che si allargano tipo riviera romagnola, piccole isole di nuova formazione davanti alla riva, canneti che affondavano le radici nell’acqua e che ora sono all’asciutto, fauna selvatica in ritirata. Tutta colpa dell’abbassamento del livello del lago di Bracciano, bacino idropotabile capitolino e area protetta inserita nel parco dei laghi di Bracciano e Martignano. Una situazione preoccupante per i sindaci dei paesi che si affacciano sul lago, Anguillara, Bracciano e Trevignano.
Nel mirino la gestione dell’acquedotto che porta l’acqua a Roma. L’azienda incaricata, l’Acea, pomperebbe eccessivamente acqua o quantomeno non avrebbe adeguato i livelli di prelievo alle esigenze del lago. L’Acea però respinge al mittente l’accusa: «L’abbassamento del lago di Bracciano - si legge in un comunicato di Acea Ato2 - è riconducibile alle condizioni climatiche degli ultimi anni, caratterizzati da una piovosità molto inferiore alla media e dal caldo prolungato. I prelievi effettuati da Acea servono ad alimentare solo lo Stato Vaticano, in base al trattato tra Italia e Vaticano. Tuttavia il lago di Bracciano svolge la funzione di bacino di emergenza dal quale attingere acqua nei casi di emergenza. Circostanza, questa, verificatasi l’ultima volta nel 1997».
Ma torniamo alla preoccupazione dei sindaci. «Dall’inizio dell’estate il livello è sceso di una quarantina di centimetri - denuncia il sindaco di Anguillara Emiliano Minnucci - è chiaro che chi preleva deve intervenire, magari con una moratoria delle captazioni d’acqua il tempo necessario a far risalire livello». Ancora più diretto il sindaco di Bracciano, Giuliano Sala: «Bisogna capire quanta acqua viene pompata - accusa -. Non so se hanno aumentato i prelievi per dirottare acqua anche a Civitavecchia, ma è certo che il lago è una bellezza naturalistica che va protetta». Sotto accusa anche i troppi pozzi scavati dai proprietari delle villette abusive sorte intorno al lago. Questi avrebbero impoverito le falde sotterranee che alimentano il bacino. «Assieme alla polizia provinciale - prosegue Minnucci - va fatta una verifica dei pozzi, individuando gli abusivi».
I sindaci non sono soli, raccolgono infatti la protesta di numerosi cittadini che vivono attorno al lago. «Saranno contenti quelli che gestiscono gli stabilimenti, avranno più spazio per piazzare sdraio e ombrelloni, ma lo spettacolo è desolante», dice Roberto S., residente a Vigna di Valle, nel comune di Anguillara. Dall’altra parte del lago stessa situazione. Emanuele R.

è titolare di un terreno in riva al lago a Santo Celso, Bracciano: «La spiaggia sarà ormai larga una quindicina di metri, qui vicino c’era un sorgente che alimentava un fontanone, ora è prosciugata. E assieme all’acqua se ne sono andate anche rane e rospi». Le zanzare ringraziano.

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