Gerusalemme - L'attacco terroristico a Mumbai, nel quale uno degli obiettivi è stato un centro religioso ebraico dove nove ebrei in parte con cittadinanza israeliana sono stati uccisi, è visto nello stato ebraico come una nuova conferma di essere anche nel mirino di gruppi terroristici che nulla hanno a che fare col conflitto israelo-arabo.
Gli attentati di Mumbai, ha detto il premier Ehud Olmert "rientrano nei tentativi dell'Islam estremista di seminare distruzione e morte ovunque al mondo". Tra l'altro, ha aggiunto, "i terroristi si prefiggevano di colpire, fra l'altro, anche istituzioni ebraiche". L' affermazione di Olmert è confermata dalla confessione dell'unico terrorista sopravvissuto all' attacco, Amir Kasab, di 21 anni che, secondo il Times of India, ha detto che l'attacco al centro religioso ebraico Nariman House aveva il fine di uccidere il maggior numero possibile di israeliani in reazione "alle atrocità commesse da Israele contro i palestinesi".
L'attacco a Mumbai continua a monopolizzare l'attenzione dei media israeliani, dove appaiono anche rilievi critici sul modo in cui le autorità e i servizi di sicurezza indiani, incluse le unità antiterrorismo, hanno reagito all' attacco, soprattutto per la lentezza dell'operazione di salvataggio. Alcuni esperti di antiterrorismo, citatati anonimamente dalla stampa, hanno in pratica detto che i servizi segreti e le forze dell' antiterrorismo indiano, pur mostrando grande coraggio, hanno mostrato di avere ancora molto da imparare - implicando evidentemente da Israele - nel far fronte a attacchi come quello a Mumbai.
Rilievi critici che in India hanno toccato nervi sensibili suscitando reazioni incollerite della stampa indiana e apparentemente malumore nei circoli di governo a New Delhi. Il governo israeliano ha cercato di placare gli animi offesi e il ministero degli esteri si è affrettato a emettere un comunicato per "negare tutte le pubblicazioni secondo le quali Israele ha criticato l'operato del commando indiano per liberare gli ostaggi" nel centro ebraico. Israele è anzi convinto che sia stato fatto "tutto quanto era umanamente possibile dalle forze indiane per evitare di colpire gli ostaggi". Il premier Olmert ha assicurato che "non si è mai considerato l'invio di truppe israeliane per aiutare quelle indiane", che anzi hanno dato prova di essere "addestrate e capaci", e ha elogiato l'ampia cooperazione e gli stretti contatti con le autorità indiane.
Il governo israeliano ha però annunciato l'invio a Mumbai di una squadra di esperti di anti-terrorismo e di medicina legale incaricata di collaborare alle indagini e riportare in patria le vittime israeliane degli attacchi terroristici.
Israele annette importanza strategica alle relazioni con la superpotenza del sud-est asiatico, con la quale ha inoltre una cooperazione in campo militare sempre più ampia, con positivi riflessi anche sul dialogo politico. L'India, tra l' altro, è divenuta il maggior acquirente di prodotti dell'industria bellica israeliana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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