Cronache

L'allarme del presidente del tribunale di Milano: "Preoccupa la mole di richieste d'asilo"

Il presidente del tribunale di Milano, Roberto Bichi, ha dichiarato che ancora oggi preoccupano e non poco i numeri relativi alle domande d'asilo che rischiano di ingolfare il lavoro nei palazzi di giustizia

L'allarme del presidente del tribunale di Milano: "Preoccupa la mole di richieste d'asilo"

Anche se il 2018 ha visto un drastico crollo del numero degli arrivi di migranti in Italia, così come nel 2019 nonostante i cenni di ripresa a partire da settembre, la gestione dei flussi rappresenta ancora oggi una certa difficoltà soprattutto per i tribunali.

“Uno dei fenomeni che determina una forte preoccupazione è la gestione dei procedimenti dei richiedenti protezione internazionale”: ad affermarlo nelle scorse ore, è il presidente del tribunale di Milano, Roberto Bichi.

“Oramai queste richieste – ha proseguito Bichi – si caratterizzano per flussi pari a oltre 4.000 nuovi ricorsi a semestre”. Da qui l’allarme per il timore di una possibile gestione molto difficile delle varie pratiche, troppe per poter essere valutate in tempi decenti anche per gli stessi richiedenti.

“Anche per il 2018 – ha affermato ancora Bichi – i dati di tendenza riguardanti il settore civile sono positivi, confermandosi una capacità di smaltimento superiore alle sopravvenienze, secondo una oramai consolidata tendenza».

I numeri infatti, per l’anno appena trascorso parlano di 33.737 nuovi processi sopravvenuti, mentre quelli esauriti sono 37.518.

“Dal 2015 al 2018 – sono ancora le parole del presidente del tribunale si Milano – si è raggiunta una diminuzione del 19,1% delle pendenze ordinarie. Particolarmente positivo è stato il miglioramento riguardante le procedure esecutive, sia per i pignoramenti mobiliari che immobiliari”

Il problema principale dunque, in questo periodo storico riguarda la costante impennata di domande per asilo: i vari tribunali sparsi lungo la penisola, hanno difficoltà a gestire le varie pratiche, per tal motivo sono diverse le preoccupazioni che riguardano questo ramo della giustizia.

Nei giorni scorsi, a proposito del piano per i rimpatri, il ministro degli esteri Luigi Di Maio ha affermato che il suo obiettivo principale riguarda l’abbattimento dei tempi d’attesa dai due anni attuali a quattro mesi.

Non a caso, quando alla Farnesina il capo politico del Movimento Cinque Stelle ha presentato il suo piano, al suo fianco vi era il Guardasigilli Alfonso Bonafede: tramite il rovesciamento dell’onere della prova, si vorrebbe snellire l’intero procedimento volto all’esame delle domande di diritto di asilo e protezione internazionale.

Il tutto passando anche per accordi specifici con alcuni paesi dove le attuali condizioni potrebbero consentire un più rapido rimpatrio.

Intanto, sul fronte dell’amministrazione del lavoro di cui sono investiti i tribunali, Bichi nelle sue considerazioni ha proseguito affermando che, con riguardo al settore penale, “Nonostante l’aumento di produttività, si è registrato un appesantimento delle pendenze, in conseguenza di un fortissimo aumento dei procedimenti”.

Così come si legge sull’Agi, Bichi ha poi concluso dichiarando che “solo il Tribunale ordinario di Milano ha generato nel 2018 per il fisco introiti per 79 milioni di euro per tasse e imposte relative e derivanti dall’attività giudiziaria, esclusi i valori dei beni sequestrati o confiscati”.

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