Cronaca locale

L'Alzheimer si cura con il treno e il nipotino virtuale

Due nuove terapie per i malati di Alzheimer: in una viene simulato un viaggio in treno, nell'altra il paziente deve accudire una bambola: secondo gli esperti aiutano a riattivare le capacità relazionali e a placare lo stato di ansia e l’aggressività, riattivando i processi della memoria

L'Alzheimer si cura con il treno e il nipotino virtuale

Milano - Il processo degenerativo che distrugge, piano piano, le cellule cerebrali, cancellando i ricordi e, alla fine, la vita stessa delle persone, colpisce 26,6 milioni di individui (in Italia circa 800mila). Il "morbo di Alzheimer" ha un impatto devastante non solo sui malati, che lentamente si spengono, ma anche sui loro familiari. Proprio per questo è una delle patologie a più grave impatto sociale nel mondo. Secondo la rivista Lancet il costo per la cura dei pazienti è pari - a livello mondiale - a circa 600 miliardi di dollari all'anno. La speranza di una cura è ancora molto lontana, anche se la ricerca scientifica compie passi da gigante. Intanto si sperimentano nuove terapie per alleviare le sofferenze dei pazienti.

Due nuove terapie Curare i malati di Alzheimer simulando un viaggio in uno scompartimento del treno, o ricreando l’ambiente adatto per la cura di un "nipotino virtuale". Sono due delle terapie messe in campo dal Pio Albergo Trivulzio di Milano, per gestire le problematiche dei pazienti affetti da Alzheimer senza fare ricorso ai farmaci. Gli spazi per quelle che sono state subito battezzate la terapia del treno e la terapia della bambola si trovano in una nuova palazzina, da poco inaugurata.

A cosa servono Secondo gli esperti queste due terapie "aiutano a riattivare le capacità relazionali dei pazienti, a placare lo stato di ansia e l’aggressività, e a riattivare processi della memoria". La nuova struttura del Trivulzio si sviluppa su sette piani e ospita 125 posti letto destinati ad anziani non autosufficienti.

È dotata, inoltre, di ampie aree comuni, tra cui una palestra, ed è la prima residenza socio assistenziale in Italia dotata di un sistema di approvvigionamento energetico rinnovabile, grazie a dei pannelli fotovoltaici.

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