Lambro, sopralluogo sul disastro La Regione finanzierà la bonifica

«Abbiamo deciso un nuovo stanziamento di venti milioni di euro per un patto di fiume. La Regione metterà questi soldi e li spenderà secondo un patto che sottoscriveremo a breve con tutti i comuni che si affacciano sul Lambro». Il governatore della Lombardia è appena arrivato sulle sponde del corso d’acqua avvelenato da quel terribile «attentato alla salute del nostro fiume» a bordo della sua Multipla nera a metano. Saluta uno per uno le guardie ecologiche e i gruppi di volontari che stanno lavorando per tenere costantemente monitorati i livelli di idrocarburi, le condizioni della flora e della fauna colpite da questo disastro ambientale. Ce ne sono 150 di volontari specializzati nel disboscamento per rendere accessibili gli argini e permettere agli operatori di poter accedere e fare tutti i prelievi necessari. Formigoni si avvicina alle sponde e si fa spiegare dettagliatamente gli ultimi aggiornamenti sullo stato dell’ecosistema. «Dalle notizie che ci sono state fornite, i pesci sono stati trovati in condizioni positive. Il fiume non è certamente morto - rassicura il presidente della Regione -. In questi anni avevamo realizzato stanziamenti pesanti per il Lambro: nel tratto più a Nord ci sono anche i salmonidi a testimonianza che le condizioni dell’acqua sono molto buone proprio grazie al lavoro fatto». Ma da martedì notte, quando ignoti hanno aperto le cisterne dell’ex raffineria Lombarda Petroli a Villasanta, riversando nel fiume tonnellate di gasolio e oli combustibili, le cose sono cambiate. Ci si deve rimettere in gioco per restituire al corso d’acqua la bellezza di un tempo. «Noi vogliamo riportalo nelle condizioni in cui l’hanno conosciuto i nostri avi e i nostri nonni - continua Formigoni -. Come obiettivo abbiamo fissato il 2015». Il governatore ringrazia tutti gli operatori, uomini e donne, un corpo sempre pronto ad intervenire in tempi rapidissimi. Ricorda il momento in cui ha consegnato loro la bandiera del Corpo della Guardie ecologiche lo scorso novembre, in occasione del raduno delle Gev. Prima di quest’ultimo stanziamento, la Regione aveva già investito oltre 150 milioni di euro in dieci anni per opere di recupero della qualità delle acque e per interventi di messa in sicurezza e difesa delle sponde.
«Il Lambro non è un fiume morto - conferma Emiliano Ronzoni, presidente del Parco Valle Lambro -. È migliorato in questi anni e la qualità dell’acqua va da sufficiente a quasi sufficiente. Questo significa che è realistico portare entro il 2015 il livello di qualità a buono, così come previsto dalla normativa europea». Con la Regione, hanno firmato un protocollo che li individua come soggetto che interviene su tutta la Valle del Lambro. «Obiettivo dell’Expo, è lasciare a Milano il fiume pulito», continua Ronzoni. Che in questi giorni sta coordinando tutte le attività delle guardie ecologiche e dei volontari.

«Stiamo preparando le sponde per la bonifica vera e propria, e intanto portiamo via anche i rifiuti. Quello che ci interessa è questa tragedia si prenda come spunto per mettere a posto il Lambro».
Il giro è finito, il presidente saluta gli operatori e si infila sulla sua macchina nera. Rigorosamente ecologica.

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