RomaPiù clandestini che abitanti: sono oltre 5.500 i disperati accampati a Lampedusa. Unisola occupata, martellata dagli sbarchi che hanno portato su questo scoglio in mezzo al mare 14.918 persone dallinizio dellanno, trasformandola in un bivacco a cielo aperto. Unemergenza nellemergenza, il nodo più spinoso per il governo che deve fronteggiare, dopo linizio del conflitto con la Libia, oltre allinvasione dei clandestini e alla conseguente emergenza umanitaria, laltissimo rischio di infiltrazioni da parte dei terroristi. Lopposizione si accanisce nel criticare loperato dellesecutivo ma il ministro dellInterno, Roberto Maroni, incassa invece il plauso del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. «Apprezzo in questo frangente limpegno del ministro Maroni, lavoriamo in piena sintonia - dice il capo dello Stato- Dobbiamo concorrere insieme alla massima coesione sociale e politica».
Chi sta pagando il prezzo più alto è Lampedusa. A chi arriva non è più in grado di dare neppure un bicchier dacqua. Oggi però, come assicurato da Maroni insieme al ministro della Difesa, Ignazio La Russa, e al Guardasigilli, Angelino Alfano, comincerà levacuazione di quelli che Maroni chiama «clandestini». «Non possono essere considerati rifugiati o richiedenti asilo - spiega il ministro - Sono quasi tutti tunisini». Anche Alfano rassicura i lampedusani. «Non saranno lasciati soli - dice il ministro della Giustizia -. Lisola è un passaggio a livello tra due mondi: è il nuovo check point Charlie della storia».
In campo subito la nave San Marco, messa a disposizione dalla Difesa. Con una precisazione però da parte del ministro. «Le navi militari non sono alberghi - dice La Russa - Prenderanno gli immigrati per portarli verso luoghi definiti e prefissati». Partiranno pure i ponti aerei, cinque al giorno in modo da trasferire almeno 500 persone nellarco di 24 ore. Ma dove verranno trasferiti? Questa mattina al Viminale Maroni terrà un vertice con le Regioni e gli enti locali proprio per stabilire un piano di accoglienza che liberi Lampedusa dallassedio. Impensabile tirarsi indietro e infatti Maroni ricorda ai governatori recalcitranti lappello di Napolitano sulla necessità che tutto il paese collabori allaccoglienza dei clandestini. Restano aperti poi i due fronti esterni: quello nordafricano e quello con Bruxelles. Maroni sarà a Tunisi domattina per cercare di bloccare lemorragia allorigine e probabilmente anche per trattare il rimpatrio dei tunisini, visto non possono essere considerati richiedenti asilo. Al contrario di quelli che potrebbero arrivare dalla Libia in guerra e dunque davvero rifugiati. Unaltra incognita da affrontare, perché i profughi potrebbero arrivare in migliaia anche se i 200 sbarcati ieri a Catania proclamandosi libici sono stati poi invece identificati come egiziani. Continua comunque la pressione sulla Ue. «Stiamo preparando una risoluzione che chiede a tutti i paesi Ue di farsi carico dei rifugiati che rischiano di arrivare in Italia in base ai principi di solidarietà e sussidiarietà - spiega Maroni - ma per ora non abbiamo avuto risposte positive».
Sempre più alto lallerta sulle infiltrazioni di terroristi nella massa di clandestini.
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