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Lampo di Inzaghi dedicato a Ronaldo Il Milan si illumina

Il Parma steso da un gol del bomber rossonero che poi «rivendica» la propria maglia

da Milano
Due gol in quattro giorni. Due gol di rapina, nello stile di Arsenio Lupin, davanti alla porta dove bisogna avere sangue freddo e piede caldo per trovare il varco giusto. Forse non c’entra niente con l’arrivo di Ronaldo (oggi Galliani vola a Madrid per firmare il contratto con il Real) ma la seconda mossa di calcio-mercato realizzata dal club rossonero sembra restituire la giovinezza perduta a Filippo Inzaghi, frenato da un piccolo acciacco muscolare. Sul suo gesto (mostra le spalle alla curva amata col suo cognome e col suo numero, il 9) si sprecano interpretazioni maliziose. Chiosa l’interessato che ha una cura maniacale della propria carriera e anche della propria immagine. È suo il sigillo numero 81 della carriera milanista (cui bisogna addizionare gli 89 con la maglia della Juventus) maturato da un calcio di punizione di Pirlo destinato chissà dove e che consegna al Milan un prezioso successo capace di accorciare la classifica e rilanciare le ambizioni da quarto posto. A 11 punti dal piazzamento prima di Natale, i berlusconiani si ritrovano a sole tre lunghezze dalla meta agognata. È questo il risultato più eclatante e forse anche più atteso che giustifica i sorrisi e le pacche sulle spalle, i giudizi colmi di zucchero raccolti nelle viscere del Milan, ieri sera. D’accordo, non c’entra ancora niente Ronaldo ma nel frattempo l’arrivo di Oddo qualche miglioramento produce alla fattura del gioco d’attacco e in particolare al numero di cross destinati al mucchio centrale con soddisfacente precisione geometrica. L’ex capitano laziale ne scodella almeno 5 nel primo tempo e altrettanti nella ripresa così da provocare qualche fibrillazione nell’area del Parma sorvegliata da Bucci e da Couto con sufficiente autorità. E poi dicono che il mercato non conta. Conta e come specie se si può potenziare la cifra tecnica e dare il cambio a qualche stagionato esponente (Cafu, per esempio). Perciò Silvio Berlusconi, negli spogliatoi, rivolge i suoi complimenti a Oddo e Bonera, oltre che a Inzaghi e Maldini, il nuovo e il vecchio Milan che si fondono nell’occasione. A meno di venti minuti dalla fine, Pippo forza il blocco e senza correre grandi rischi come accadde nel passato al cospetto di chiunque, grandi e medie, provinciali (Reggina per esempio), conduce col resto del Milan l’1 a 0 in porto. Senza strappi al motore. Anzi con una squadra nella quale sale il rendimento della difesa rimasta a quota 17 (gol subiti) per merito esclusivo di Bonera, un ragazzo acquistato per far numero in estate (meno di 3 milioni di euro la spesa) e invece fiorito all’improvviso nel giardino privato di Maldini e Costacurta.
Il Parma è un osso sufficientemente duro in difesa, non si lascia mettere sotto anche perché la scelta iniziale di Ancelotti (Gilardino, toccato alla caviglia sinistra, unica punta e Seedorf e Kakà alle spalle) non paga e non funziona granché ma è incapace di pungere Dida, rimasto per tutto il pomeriggio a riflettere sul suo sesquipedale errore contro la Roma che può costare la finale di coppa Italia (difficile risalire la china del 2 a 2 mercoledì prossimo all’Olimpico).

La speranza, di Ancelotti e del preparatore dei portieri Vecchi, è che anche nei suoi confronti lo sbarco di Ronaldo possa produrre un effetto benefico.

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