Lapo in America per curarsi: «Tornerò presto»

Simona Lorenzetti

da Torino

Poche parole affidate ad una lettera: «Ci rivedremo presto. Vado via per un breve periodo, ma tornerò in piena forma e potremo continuare il lavoro che abbiamo cominciato insieme». Se n’è andato con rassegnazione Lapo Elkann, brand manager della Fiat, che ieri è partito alla volta degli Stati Uniti. Lì, in una clinica esclusiva di Tucson (in una clinica di questa città è ricoverata anche modella inglese Kate Moss), lo attende un periodo di disintossicazione dopo che un’overdose ha rischiato di ucciderlo. E l’ultimo messagio del rampollo di casa Agnelli è stato per i suoi collaboratori, per i professionisti che in questi mesi lo hanno aiutato a svolgere il suo lavoro di promozione della casa automobilistica.
Si spengono così i riflettori sulla scabrosa vicenda che ha coinvolto il nipote ventottenne dell’Avvocato, ricoverato d’urgenza all’ospedale Mauriziano lo scorso 10 ottobre per un cocktail micidiale di stupefacenti e, forse, farmaci. Elkann è stato dimesso in mattinata: alle 7 ha lasciato la sua camera nel reparto di Neurologia e, passando dai sotterranei, ha raggiunto un cancello laterale, dove ad attenderlo c’erano due auto e gli uomini della sicurezza. Nonostante la sua testardaggine e la sua volontà di rimanere a Torino per tornare subito al lavoro Elkann è stato costretto a piegarsi al volere della famiglia e ai consigli dei medici. L’autista lo ha accompagnato direttamente all’aeroporto di Caselle, dove si sarebbe imbarcato, insieme con il fratello John e la sorella Ginevra, su un volo diretto a Londra. Da lì, poi, sarebbe partito alla volta di Tucson, in Arizona, dove verrà ricoverato in una clinica privata.
Prima di lasciare il Mauriziano il giovane manager ha voluto ringraziare chi lo ha assistito, gli specialisti, come gli infermieri e tutto il personale della struttura sanitaria. «Vi sono e vi sarò sempre riconoscente», ha detto Elkann con una punta di commozione. E lo stesso atteggiamento, quasi affettuoso, hanno adesso i medici nel ricordare il periodo di degenza di questo paziente un po’ speciale. «La sua immagine è stata presentata in modo distorto, immeritato ­ ha testimoniato Maurizio Gionco, il primario che per l’ultimo lo ha avuto in cura -. Abbiamo potuto apprezzare le qualità di un giovane pieno di voglia di vivere, espansivo, limpido, contagioso per la sua passione per il lavoro. Lo definirei un leone nato sotto il segno della Bilancia».
Gionco, come gli altri che hanno lavorato con lui in questi giorni difficili, è convinto che Elkann abbia compreso fino in fondo di essere stato a un passo dalla morte.

Questo avrebbe spinto il manager a rallentare la sua vita ai cento all’ora, tanto da accettare il sacrificio di abbandonare Torino e l’azienda di famiglia. «Dopo quello che mi è successo sento il bisogno di una pausa di riflessione», ha fatto sapere tramite il suo avvocato.

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