Pierluigi Bonora
Ha assistito alla periodica riunione della famiglia dalle ultime file della grande sala allinterno del Centro storico Fiat, di via Chiabrera, a Torino. Seduto al suo fianco il cugino Andrea Agnelli. Per Lapo Elkann, 28 anni, il giovane che nei modi ricorda più degli altri il nonno Gianni Agnelli, quella di ieri è stata una giornata particolare. Otto mesi dopo la partenza per gli Stati Uniti, con lo scopo di rimettersi dalla brutta esperienza che lo aveva coinvolto, Lapo è tornato nella sua Torino.
Non è la prima volta che il fratello di John, lerede designato dal nonno a guidare limpero Fiat, torna in Italia dopo la torbida storia da cui forse altri non sarebbero riemersi. Insieme ad alcuni amici, qualche settimana fa, aveva riassaporato laria di casa trascorrendo alcuni giorni ospite dei cugini Ferrero a Portofino. Ma ieri mattina, vestito di azzurro e con i capelli tirati allindietro, quando con alla guida di unAlfa Sportwagon Gta ha imboccato via Chiabrera, di sicuro la sua mente è andata a quella tragica notte di ottobre e al festino nellanonima palazzina dellattigua via Marocchetti. In pratica, in una sola notte, Lapo aveva distrutto quanto di bene era riuscito a fare per la Fiat.
Alla riunione di ieri, alla quale hanno partecipato tutti gli esponenti della famiglia Agnelli (allordine del giorno dellassemblea dellAccomandita, cioè la «cassaforte» del gruppo, era lapprovazione del bilancio 2005) il giovane è stato accolto con affetto. «Ha fatto un enorme piacere a tutti vederlo, soprattutto così in forma - ha detto la cugina Tiziana Nasi -: Lapo rappresenta il ritorno alla vita, come Torino sta dimostrando in questi anni. Tutti hanno problemi, li hanno le grandi famiglie, le grandi città, ma ciò che conta è essere uniti». «Mio fratello è contento, sta bene, ma ci vuole del tempo», ha aggiunto John, mentre Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Fiat, ospite degli Agnelli insieme allamministratore delegato Sergio Marchionne, ha sottolineato di «averlo visto bene».
Ascoltate le relazioni e gustato un piatto di pasta al pomodoro e basilico allo stesso tavolo della zia Maria Sole, sorella dellAvvocato, e del presidente dellAccomandita, Gianluigi Gabetti, Lapo ha lasciato in auto via Chiabrera nel pomeriggio. Ai giornalisti che lo hanno sommerso di domande sui suoi programmi, Lapo si è ben guardato dal rispondere, soprattutto a proposito delle disgrazie di casa Juventus. «Sono contento di essere tornato - ha detto, protetto dagli uomini della sicurezza - mi fa piacere vedervi».
Ma quale futuro attende ora Lapo Elkann? Di certo si sa che tra qualche giorno tornerà a New York dove - secondo indiscrezioni - lo attenderebbe la guida di una società di design. Un rientro italiano nellorganico del gruppo, per lui che aveva rivoluzionato il modo di promuovere lauto riavvicinando i giovani ai marchi della Fiat, sembra essere sempre più lontano. O, addirittura, un discorso chiuso. A Mirafiori, comunque, non manca chi crede nel «miracolo»: il ritorno cioè del giovane giusto in tempo per occuparsi del lancio della nuova «500». La possibilità che egli si possa mettere al volante di una società di design è avvalorata dal fatto che, sempre in questi mesi, ha frequentato corsi specializzati in un istituto del Village.
Nella Grande Mela, dove vive nella casa di un cugino, Lapo ha partecipato, e probabilmente lo farà ancora, a incontri terapeutici dedicati a chi deve uscire dal tunnel di alcol o droga. «Qui in America è tutto diverso - ci aveva detto in una tiepida giornata di gennaio in un caffè sulla Fifth avenue -: a questi incontri partecipano persone di tutti i ceti sociali, perché il problema è comune, e il manager è uguale alla persona disagiata. E poi, una volta guariti, la società è pronta a riprenderti e unopportunità viene offerta a tutti. È come una malattia che passa».
Intanto, a Torino, i suoi suggerimenti non sembrano essere stati accantonati.
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