Largo ai giovani, il «Corriere» punta sugli under 100

Ieri il Corriere della sera, giovane e irriverente foglio quotidiano che da 135 anni fa dello spirito ribelle e innovativo la propria caratteristica giornalistica ed editoriale più pregnante, riprendeva con uno sprezzante atto di giovanile, vigoroso e sconsiderato coraggio la denuncia dell’Economist sulla gerontocrazia nell’Italia di Silvio Berlusconi. Un Paese in cui non c’è posto né attenzione per i giovani, un Paese in cui la classe dirigente, politica, economica, intellettuale, è sempre la stessa, sempre più vecchia. Un Paese di mummie, di anziani e centenari, percorso da uno stantio e putrido olezzo senile. Ma perché? Ma come è possibile? Largo ai giovani, alle nuove forze, alle intelligenze più fresche, più coraggiose. Forse più imprudenti e incoscienti, ma più vere e più vive... Non lo sentite lo spirito del tempo? Non sentite il grido giovane e forte di chi chiede di «fare» e di «parlare» per il Paese? Non sentite l’urgenza delle giovani generazioni di fare politica, di contribuire alla ricerca scientifica, di lavorare nelle professioni, magari di scrivere su un giornale senza aspettare che il padre vada in pensione.. per dire?
Ecco. Mentre il Corriere della Sera riceveva sovvenzioni dal governo Berlusconi per aver dichiarato lo stato di crisi - fino a un mese fa - e grazie a queste sovvenzioni poteva mandare in prepensionamento 49 colleghi che avevano superato i 58 anni (considerati troppo vecchi...), mentre accadeva tutto questo, e i vertici del quotidiano di via Solferino aspettavano di stracciarsi le vesti di fronte alla più che condivisibile condanna della stampa estera - sempre più autorevole e imparziale - per lo scandalo gerontocratico che attraverso la volontà di Silvio Berlusconi ha imposto, sostenuto e alimentato (artificialmente?) una pletora di ormai inutili ministri, politici, collaboratori, dirigenti, manager e boiardi di Stato ultra settantenni, il parco collaboratori del Corriere della sera, solo prendendo in considerazione il settore Cultura, si arricchiva invece con questi arzilli giovanotti: Pietro Citati, 82 anni; Corrado Stajano, 81 anni; Guido Ceronetti, 84 anni; Alberto Arbasino, 81 anni.

Fresche e lucidissime intelligenze che si aggiungono a firme (prei)storiche rilanciate dalla direzione di Ferruccio de Bortoli, come Raffaele La Capria, 91 anni, Giuseppe Galasso, 81 anni, Giovanni Russo, 85 anni, Arturo Colombo, 76 anni, Emanuele Severino, 81 anni, Arturo Carlo Quintavalle, 75 anni, Carlo Bertelli, 81 anni, Giovanni Sartori, 89 anni, Michele Salvati, 74 anni, Giovanni Reale, 81 anni, Eva Cantarella, 75 anni, Cesare Segre, 83 anni. E Gillo Dorfles, 101 anni.

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