Lasciatemi solo con i miei incubi

Vi siete decisi, finalmente. L’avete messa, una volta per tutte, quella benedetta firma nella casella 2008-2009. Ci voleva tanto? Vi abbiamo preparato con scrupolo tutte le carte. Vi abbiamo messo la poltrona sotto le chiappe. Vi abbiamo svitato il cappuccio della stilografica. Che cosa aspettavate? O forse volevate usarci come prestanome? Tra la fine di Chievo-Inter e il gol di Iaquinta in Milan-Juventus avevo visto, aggirandomi per il Giornale, cose che voi umani... potrete benissimo immaginare: un mucchio di facce scure, alcune delle quali stazionavano per sicurezza nei pressi della toilette. Adesso li vedo zampettare paonazzi come bambini su e giù per le scale urlando frasi che preferisco non riferire.
E io già prevedo il sogno ricorrente che farò chissà quante volte fino a domenica prossima. Sto camminando in una via periferica che potrebbe anche essere quella in cui abito. Un gruppo di persone urlanti in lingue incomprensibili e tutte vestite di nerazzurro mi sorpassa e, giunti alla fine della strada, all’incrocio con il viale X, si ferma di fronte a una pubblicità elettorale che campeggia su un muro.

La folla continua a urlare, io a camminare più lentamente che posso, ma alla fine li raggiungo. Mi scoppiano le orecchie dal baccano che fanno. Alzo gli occhi e capisco che inneggiano al Berlusca che sorride dal muro. Accanto a lui la scritta: «Più tappi (auricolari) per tutti».

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