IL LATO B DELLA MARTA

Ora che anche Miss Italia si può giudicare da un «lato B», sarebbe ingeneroso soffermarsi solo sulla facciata di un sindaco. E d’altra parte il Giornale ha sempre rimproverato a Marta Vincenzi soprattutto le tante parole e i pochi fatti. Ecco, anche una sindaco ha un suo «lato B» e, ci passi l’insolenza, è quello che ci piace guardare maggiormente. Ma ovviamente è anche quello che non si può mostrare con tanta disinvoltura, che si può «concedere» solo in momenti di «intimità». E anche ieri la sindaco non si è sottratta. La facciata, per tutti, amici e soprattutto compagni, è stata quella patinata dell’inaugurazione della «Città dei diritti». Sarà che la passerella ha visto protagoniste altre mannequin come Rosy Bindi, ma non potevamo accontentarci di quell’immagine. E così abbiamo chiesto di poter guardare oltre. E la Vincenzi si è concessa. Sì, anche lei, sotto sotto, pensa che certe cose non si possano fare. Che il vigile, come un qualsiasi genovese, deve mandare via chi anche solo rovina il «decoro» di una città.

Magari non può dire davanti alla Bindi che è giusto far sloggiare un rom o un mendicante con i vigili, e possibilmente da Tursi come da qualsiasi altro angolino di Genova. Ma in fondo, nel suo «lato B» a Marta qualcosa di Supermarta è rimasto.

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