BresciaAppesi con un cappio al collo. È questa la sensazione che hanno gli allevatori in questo periodo. Le quote prima, la direttiva nitrati poi e adesso il crollo del prezzo del latte. A Brescia gli iscritti a Copagri hanno detto no. Meglio buttare via tutto piuttosto che farsi strozzare da un prezzo al litro che ha dellincredibile. Con un costo medio di mungitura intorno ai 48 centesimi al litro il latte viene invece acquistato a 27. Sono due giorni che gli allevatori si alzano allalba, mungono e, invece di portare «loro bianco» ai caseifici della zona, lo versano dentro i carri botte per spandere il liquame e via. In questa maniera sono sfumati ben 200mila litri di latte sparsi come letame sui terreni. Ma la protesta sembra essere solo allinizio. Già perché con il prezzo del latte e latticini si è tirata troppo la fune: in un anno la flessione è stata del 15,8%.
Le campagne di Castenedolo, nel bresciano, sono state così invase da due giorni da mille allevatori che con circa 500 trattori hanno gettato il loro prezioso carico. «Il rischio è pesantissimo per migliaia di aziende - spiega Franco Verrascina, presidente Copagri - famiglie, posti di lavoro, per molte aree del Paese dove la produzione di latte e formaggi costituisce parte fondamentale delleconomia territoriale. La situazione è ineludibile così come urgenti sono adeguate soluzioni. Noi stiamo operando per sensibilizzare lopinione pubblica e le istituzioni su un problema che non è solo degli allevatori, ma riguarda lintera collettività. È chiaro a molti che lagricoltura italiana è un patrimonio di garanzie che non può essere abbandonato».
Oltre ai carri botte, i numeri della protesta si fanno sentire con 2 milioni di litri di latte in meno sul mercato, cifra che da lunedì raddoppierà, mentre da martedì partirà il blocco delle frontiere nazionali settentrionali e la distribuzione gartuita .
Una risposta di solidarietà è arrivata agli agricoltori dal ministro Luca Zaia, impegnato a Cuneo per la rassegna internazionale sul mondo lattiero-caseario: «Io sto con gli allevatori - afferma il ministro - oggi il latte italiano è pagato troppo poco, 28-30 centesimi al litro contro un costo di produzione di 35-40. La produzione italiana è di 11,5 milioni di tonnellate allanno, mentre ne importiamo 8 milioni, ma ancora oggi i cittadini italiani non sanno distinguere il prodotto straniero da quello italiano. Per questo dobbiamo assolutamente vedere riconosciuta la nostra istanza in Europa, cioè ci deve essere data la possibilità di introdurre lorigine in etichetta, la tracciabilità».
Per la Lombardia questo significherebbe un riconoscimento di eccellenza. In regione sono presenti infatti ben 9.930 allevamenti di bovini da latte (pari al 16,3% nazionale e 0,35% europeo) che hanno prodotto nel 2008 circa 4 milioni di tonnellate di latte di altissima qualità.
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