«L'auto rilanci i suoi valori per riavvicinare i giovani Investiamo per rinnovare»

Daniele Maver, presidente di Jaguar Land Rover Italia, da esperto manager italiano quale è, ha logicamente a cuore l'industria del proprio Paese, in particolare i gioielli tricolori invidiati da tutti, Ferrari e Maserati, che stanno pagando le conseguenze di un'eccessiva spettacolarizzazione della lotta evasione fiscale. «Sono marchi importanti - afferma Maver - che meritano rispetto. All'estero esiste una forma di protezione per brand del genere, da noi sta accadendo il contrario. Dobbiamo essere orgogliosi, come italiani, di avere in casa Ferrari e Maserati».
Infatti, in questo momento, l'auto di lusso viene accostata all'evasore fiscale. E anche voi producete vetture di alta gamma.
«È un'equazione che purtroppo si sta affermando. Giudico eccessive certe operazioni di controllo portate a termine in note località di villeggiatura. Hanno creato il panico tra i possessori di queste auto, gli stessi che pagano le tasse fino all'ultimo euro. Penso che la lotta all'evasione possa avvalersi di altri mezzi, soprattutto informatici».
Anche i Suv, per varie ragioni, sono nel mirino.
«Il concetto di Suv si è evoluto nel tempo. Queste auto hanno una forte ragione di esistere: sono vetture per il tempo libero, utilizzate per il lavoro e per uscire a cena».
E c'è chi li criminalizza.
«Penso che il problema sia soprattutto di comportamento da parte di chi guida. Anche una Smart che viene parcheggiata male fa i suoi danni...».
È comunque cambiato il rapporto tra utente e auto, in particolare i giovani risultano meno attratti.
«Anche in Italia si nota questa disaffezione, causata dalla tassazione, dalle accise sui carburanti, dal caro polizze. Per i giovani, poi,la macchina non è più una priorità. La patente viene presa più avanti nel tempo. Tra i ragazzi esiste una forma di dialogo diversa. Una volta si incontravano con la macchina in piazza, davanti al bar, ora ci sono gli smartphone e i social network. Il contatto umano è un valore che dev'essere riscoperto».
Intanto il mercato va giù.
«Si ricorda la favola di Esopo? Con l'asino caricato di tutti i pesi fin quando muore? Non vorrei succedesse anche per l'auto».
Il gruppo Jaguar Land Rover, però, è in grande spolvero, tra i pochi a presentare il segno «+».
«Il segreto sta nella gamma innovativa, che sposa le esigenze del mercato, con la Range Rover Evoque divenuta un'icona per guidabilità e lusso, con dimensioni più contenute e costi più bassi. Le nostre Jaguar, poi, si caratterizzano per la sportività, in piena coerenza con il Dna del marchio. Gioca a favore anche il rapporto rafforzato con la rete vendita. I dealer rappresentano sempre più ambedue i marchi».
Strategie vincenti, dunque.
«Siamo rimasti un'azienda inglese che investe per rinnovare.

C'è il nuovo Range Rover, che si è svelato proprio in questi giorni, ma siamo alla ricerca di nuove nicchie di mercato».
Pensate a un «mini» Evoque?
«Rispondo dicendo che il gruppo continua ad analizzare le esigenze della clientela».

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