Le rotte super segrete su cui viaggeranno Obama, Putin, Sarkozy e gli altri grandi della terra sono già pronte, custodite nei computer blindati. Ma sul terreno il lavoro per arrivare in tempo a dare un aeroporto al G8 proseguono a ritmi da formicaio. I tecnici dellEnav non nascondono che a Olbia, oggettivamente, avrebbero incontrato meno problemi. Ma nel cantiere tecnologico di Preduro - alle porte dellAquila - in cui si muovono da più di un mese, gli uomini che controllano i cieli italiani si mostrano sicuri del fatto loro. Tra quindici giorni a Preduro ci sarà un aeroporto in grado di smaltire un traffico da far venire i brividi, tremila movimenti - cioè decolli e atterraggi - in tre giorni. E questo dove fino al tragico giorno del terremoto cera solo una pista di cemento da neanche un chilometro e mezzo, e lo scheletro in cemento di una torre di controllo mai terminata, perché da lì si alzavano solo gli aeroplanini dei dilettanti del cielo.
«Siamo arrivati a Preduro il giorno stesso del terremoto - racconta Massimo Garbini, responsabile operativo di Enav - appena si è capito che la macchina degli aiuti aveva bisogno assoluto di un punto di sbarco aereo. Ma quando poi si è deciso di portare all'Aquila il G8 è stato subito chiaro che ci saremmo trovati di fronte problemi infinitamente più complessi, sia per la quantità di voli, che per le loro caratteristiche, che per le esigenze di sicurezza. Ma posso dire serenamente che allinizio di luglio laeroporto dellAquila sarà pienamente operativo».
Entro la fine della settimana arriverà a Preduro un radar portatile, montato su un camion con relativo rimorchio. Intanto il rudere della vecchia torre mai completata viene riempito di tecnologia, di sensori meteorologici, di impianti radio terra-base-terra. La Protezione civile asfalta la via di rullaggio parallela alla pista di decollo orientata sullasse nord-sud. Vengono impiantati i fari elettronici che guideranno i piloti nellavvicinamento a uno scalo cui finora ci si avvicinava solo a occhio nudo, studiando le mappe, i fiumi, le montagne. Viene sintonizzato con i satelliti lFms, una specie di grosso Tom Tom supertecnologico. Non sarà comunque un aeroporto facile, per i piloti. Pista corta, montagne vicine. In caso di nebbia o temporale, è possibile che si debba sconsigliare o proibire latterraggio. Ma è anche vero che ai comandi degli aerei ci saranno piloti militari abituati a confrontarsi anche con situazioni non convenzionali.
Per quanti sforzi si facciano, Preduro non potrà certo diventare uno scalo da Jumbo. Nei giorni del G8 a toccare terra allo scalo aquilano saranno solo elicotteri e aerei turboelica della nostra Aeronautica militare, gli Atr 42 e i Cj 27. Sui turboelica viaggeranno le delegazioni e gli staff, mentre sugli elicotteri viaggeranno i capi di Stato, in arrivo dagli aeroporti delle altre province: Barack Obama con il suo Air Force One atterrerà a Ciampino, Vladimir Putin a Pratica di Mare, Sarkò e gli altri a Fiumicino o Pescara. Poi via in elicottero fino a Preduro.
Sullo spazio aereo sopra lAquila il traffico aereo non legato al G8 e non autorizzato sarà vietato per tutta la durata del vertice, e sulla zona vigileranno in volo 24 ore su 24 i caccia della nostra aeronautica. Ma anche la marcia di avvicinamento a destinazione degli aerei presidenziali sarà soggetta a regole estreme di sicurezza che in questi giorni si stanno traducendo nelle procedure tracciate da Enav. Le normative di sicurezza prevedono che in ogni caso in cui a bordo di un apparecchio viaggi un capo di Stato si raddoppino le distanze minime obbligatorie con gli altri voli (è quella che in gergo si chiama «doppia separazione»): dieci miglia in orizzontale invece che cinque, duemila piedi in altezza anziché mille.
E poi? A G8 finito? Il radar e le luci verranno ripiegate e caricate sui camion. Ma la nuova pista, la torre di controllo funzionante, la strada di raccordo con la città resteranno lì. Quando lAquila rinascerà, avrà un suo aeroporto.
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