Lavoro

Badanti, arriva il doppio sgravio fiscale: ecco come compensare gli aumenti salariali

Il decreto lavoro raddoppia gli sgravi fiscali da 1.500 a 3.000 euro per chi dà lavoro a badanti e colf. Il governo va incontro ai cittadini dopo l’aumento contrattuale del 9,2% introdotto all’inizio del 2023

Badanti, arriva il doppio sgravio fiscale: ecco come compensare gli aumenti salariali

All’inizio del 2023 è scattato l’aggiornamento delle retribuzioni di badanti e colf, un aumento del 9,2% rinegoziato nel Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) e che, come abbiamo sottolineato lo scorso dicembre, avrebbe potuto creare una difficoltà oggettiva per molti cittadini, considerando anche che il comparto conta circa 2 milioni di lavoratori.

La Federazione italiana datori di lavoro domestico (Fidaldo) aveva espresso timori chiedendo al governo uno sforzo per compensare le maggiori uscite, preoccupandosi anche dell’eventualità che il lavoro nero diventasse un’alternativa più percorribile.

Badanti, i contributi deducibili

La soglia dei contributi deducibili passa a 3.000 euro, il doppio rispetto gli attuali 1.500 euro. Nel medesimo tempo viene anche introdotta l’estensione alla sorveglianza sanitaria dei lavoratori domestici, i quali sono già assicurati contro gli infortuni sul lavoro ma non sono assoggettati all’obbligo di visite sanitarie periodiche.

Questo il quadro in cui ci si muove e che vede quindi i datori di lavoro sottoposti a maggiori esborsi a fronte dei quali possono nascere difficoltà oggettive, soprattutto considerando che chi assume badanti lo fa per una reale necessità.

La simulazione

L’associazione sindacale dei datori di lavoro domestico Assindatcolf, per voce del proprio presidente Andrea Zini, è tornata sull’argomento, sottolineando la necessità di alleggerire il peso sui datori di lavoro e calcolando che in media, un collaboratore domestico assunto a tempo indeterminato che presta 54 ore di lavoro a settimana costa, in termini di contributi, mediamente 2.414,88 euro l’anno, un importo che fino ad oggi dava diritto a uno sgravio fiscale massimo di 1.549,37 euro.

Con il raddoppio della soglia di deducibilità, sempre considerano i calcoli fatti su importi medi, il vantaggio è di 865,51 euro per ogni singolo anno fiscale o, in altre parole, il datore di lavoro riesce a dedurre l'intero importo dei contributi versati.

Non c’è stato invece spazio per assorbire fiscalmente parte delle voci relative ai Tfr, alle tredicesime e alle ferie. Si tratta, tuttavia, di un intervento in direzione dei cittadini che rappresenta uno sforzo di non poco conto.

Uno dei problemi rilevati immediatamente allorquando, alla fine del 2022, è stato reso noto lo scatto salariale del 9,2%, è che questo – per quanto giustificato – non fosse in linea con l’aumento delle pensioni, andando a creare così uno squilibrio di non poco conto tra le retribuzioni dei collaboratori domestici e le capacità economiche di chi ne ha maggiormente bisogno ossia, almeno in linea teorica, proprio i pensionati.

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