LAZIO 2 - FIORENTINA 0

Roma Guardando alla media tra gol segnati (4) e minuti giocati (241), è lui l’uomo in più della Lazio. Ieri sera, per la verità, Libor Kozak è stato l’uomo della provvidenza: senza Zarate, con il «profeta» Hernanes a rifiatare in panchina e Floccari messo ko da una sospetta distorsione al ginocchio sinistro dopo nemmeno un tempo (sarà out per un mese), il ceco ha dovuto sobbarcarsi il peso offensivo dei biancocelesti. Risultato: una doppietta in cinque minuti nella prima da titolare che rimette in carreggiata una Lazio reduce da qualche colpo a vuoto nelle ultime settimane e ridona il sorriso a Edy Reja (fischiato prima del match), riportando la squadra sul podio del campionato per una notte, al pari del Napoli e davanti alla Roma. Se c’era ancora qualche dubbio, la partita di ieri ha sancito che il presidente Lotito (che ha ribadito l’incedibilità di Zarate) non avrà bisogno di sbattersi per cercare un centravanti negli ultimi due giorni del mercato (anche se l’infortunio di Floccari potrebbe cambiare le carte in tavola). E che ha fatto bene a resistere alla corte del Bologna. Kozak abbatte i fantasmi della Fiorentina, squadra alla quale aveva segnato il suo primo gol in A all’andata, e mette alla frusta avversari del calibro di Gamberini (nel giro azzurro) e Kroldrup (nazionale danese) anche nel primo tempo quando la squadra di Reja - ancora convalescente - appariva lenta, approssimativa e allo sbando. «Quando il mister chiama, cerco di fare sempre il massimo», così l’attaccante ceco, che ha segnato quanto Zarate giocando molto meno (una rete ogni ora la sua media realizzativa). «È un ragazzo che vede la porta ed è in crescita perché si applica molto in allenamento, a volte rimane anche due ore a provare delle cose in campo», l’elogio di Reja. Che saluta con soddisfazione l’approdo a quota 40: «Siamo salvi, ora il nostro obiettivo diventa la conquista di un posto in Europa League». Ma intanto martedì contro il Milan l’emergenza continuerà (ieri fuori per stiramento anche Diakitè, ma tornerà Dias dopo la squalifica). Chi invece dovrà lottare e parecchio per evitare la B è la Fiorentina, che non coglie i tre punti in trasferta da 323 giorni. Ieri la formazione di Mihajlovic ha perso la prima partita del 2011 dopo quattro risultati utili consecutivi, ma all’Olimpico è andata in scena una squadra mesta, triste, quasi rassegnata. Certo gli infortuni di inizio stagione (e gli ultimi casi Vargas e Mutu, quest’ultimo pronto a essere reintegrato) sono un alibi, che non possono però più spiegare le mancanze di una squadra che per 90 minuti non ha creato nemmeno un’occasione. «Abbiamo fatto una brutta prestazione, anche se nei primi 10 minuti della ripresa avevamo provato a giocare di più il pallone con una Lazio in difficoltà - così Mihajlovic, la cui panchina è ora a rischio (decisive le sfide di mercoledì con il Genoa e quella esterna di domenica prossima a Parma) -.

Il rigore poi ha cambiato la partita. Se sono preoccupato? Un po’ sì. Siamo una brutta situazione nella quale ci siamo cacciati da soli e ora da soli dobbiamo uscirne restando uniti». Da ieri sera, la squadra resterà in ritiro in un albergo di Firenze.

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