Lazio, commissario ma anche aumento delle tasse regionali

La punizione per la mancata copertura dell’extradeficit corrente raddoppia. Alla luce delle ultime verifiche contabili e gestionali, da oggi il Lazio rischia seriamente oltre al commissariamento, che dovrebbe essere deciso entro 2 settimane, anche l’aumento delle aliquote regionali. E con tutta probabilità non basterà il mezzo punto percentuale a coprire i nuovi debiti. Infatti oltre alle mancate poste di bilancio a copertura del disavanzo corrente si fa tangibile anche la preoccupazione per la mancata attuazione del piano di rientro.
Erano gli inizi di giugno 2006 quando Piero Marrazzo rivelava l’entità di un programma per risanare, ridurre e riorganizzare la spesa sanitaria puntando non solo a mantenere gli stessi standard qualitativi ma a migliorarli. Bene, sì a parole. Nei fatti quel programma che doveva concretizzarsi nella panacea per i conti della sanità non ha dato frutti, tant’è che anche l’ultimo tavolo di verifica sugli adempimenti del piano di rientro aveva rispedito al mittente (già il 30 marzo scorso) l’intero apparato e chiesto la revisione con una sfilza interminabile di «provvedimento inadeguato» e «non ancora validato». Oggi, a 2 mesi e più da quell’appuntamento, la giunta Marrazzo tenta di arrabattarsi inutilmente per cercare ragioni plausibili che però stenta a trovare. Ed ecco che la strada da imboccare si fa univoca: «A prospettare l’aumento delle tasse oltre i livelli massimi, pena il commissariamento, non è stato Berlusconi ma il governo amico di Prodi. Marrazzo non finga di dimenticarlo, anche se sta vivendo momenti agitati. È evidente, infatti, che la bocciatura dei conti in ambito sanitario è amministrativa e non politica - ci tiene a sottolineare Fabio Desideri, coordinatore regionale della Rosa per l’Italia e consigliere della Pisana -. Alla luce dei fatti, bypassare l’assemblea regionale sul piano di risanamento del debito della sanità non s’è rivelata una scelta politica azzeccata. Il governatore si confronti con il Consiglio». E a fare il paio con la spesa crescente è in arrivo una sequela di ricorsi al Tar presentati dai fornitori di beni e servizi, ospedalità private, enti religiosi e ambulatori convenzionati per chiedere la revisione delle tariffe imposte dalla Regione. L’11 prossimo il Tar si esprimerà sulla richiesta di sospensiva e, annusando l’aria che tira potrebbe pronunciarsi a favore dei ricorrenti. Una decisione che imporrebbe sistematicamente il riesame delle poste con un incremento ulteriore delle uscite.
«L’ottimismo di Marrazzo sui conti della sanità è fuori luogo, dal momento che la Regione è stata obbligata ad ammettere l’extradeficit di 125 milioni, che è stato coperto non da risparmi e tagli, ma da un maggior introito, pari a 208 milioni, dell’Irpef e dell’Irap.

I cittadini del Lazio già pagano più tasse perché le aliquote Irpef e Irap sono state aumentate dal 1° gennaio 2007 proprio per coprire i disavanzi annuali procurati dalla cattiva gestione della sanità dalla giunta Marrazzo», commenta Donato Robilotta, capogruppo Sr alla Regione.

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