Il Lazio emana le linee guida per l’uso della pillola abortiva

Oggi per la prima volta verrà somministrata la pillola abortiva nel Lazio. La Ru486 verrà assunta al Grassi di Ostia da una donna che ha una grave patologia che impedisce l’interruzione di gravidanza per via chirurgica.
Il nosocomio del litorale ha premuto l’acceleratore, costringendo la Pisana a fare lo stesso. Ieri il presidente Renata Polverini da Bruxelles, dove partecipava al Comitato delle Regioni, ha annunciato che questa mattina la giunta regionale varerà le linee guida relative alla somministrazione. E ha provato ad abbassare il polverone sollevato dalla decisione dei manager del Grassi, parlando di «fuga in avanti del nosocomio, forse venuto a conoscenza del varo delle linee guida». «L’ospedale però si dovrà allineare alle direttive del ministero che in questi casi prevede il ricovero nel rispetto della legge 194», ha ricordato Polverini.
Il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, è certo che il governatore seguirà le indicazioni del ministero della Salute e del Consiglio superiore di Sanità. «La Ru486 può essere utilizzata come strumento abortivo ma, come appunto prevede la legge, è necessario il ricovero per tutto il tempo necessario dalla prima assunzione fino all’espulsione del feto - sottolinea Gasparri -. Su questo punto non ci possono essere equivoci. Bisogna evitare che in alcuni ospedali ci siano richieste e i medici, in assenza di direttive precise, possano in qualche modo agire in autonomia, magari evitando il ricovero. Il pericolo è un raggiro della legge che danneggerebbe non solo il medico stesso, che sarebbe denunciato, ma soprattutto la paziente».
La consigliera regionale del Lazio Giulia Rodano (Idv) si schiera dalla parte del Grassi. «La pillola è un diritto e se non si fa usare siamo davanti a un boicottaggio dei diritti delle donne e dei medici - sottolinea Rodano - fa già parte del prontuario nazionale, non serve quello regionale. È anzi un pieno dovere delle Asl utilizzarla. Presenteremo dunque una mozione nella quale chiederemo l’immediato avvio dell’uso e, all’Asp, come considera dal punto di vista dell’appropriatezza, un ricovero di tre giorni per un aborto farmacologico». «Gli operatori sanitari del Grassi hanno compiuto coscientemente il loro lavoro rispondendo a quanto professionalmente sono chiamati a fare - incalzano i consiglieri del Pd, Enzo Foschi, alla Regione e Roberta Agostini, alla Provincia -. Chi appare molto indietro, invece, è la giunta fantasma della Polverini, troppo occupata probabilmente a sistemare poltrone e salotti per accorgersi delle necessità dei cittadini».
I consiglieri regionali del Gruppo di Sinistra Ecologia Libertà Luigi Nieri e Filiberto Zaratti criticano invece il ricovero obbligatorio. «È una scelta che non tiene conto del parere della comunità scientifica e della reale volontà delle donne che subiranno, in questo modo, una odiosa imposizione - dicono -. Abbiamo depositato in Consiglio regionale una mozione attraverso la quale si chiede che non venga recepita questa obbligatorietà». «È comprensibile che la sinistra pretenda di avere ragione sulla pillola Ru486 - ribatte il capogruppo de “La Destra” alla Regione Francesco Storace - .

Meno seria appare la pretesa di Nieri e Zaratti di imporre alla Polverini quello che dicono loro. Non si sono sforzati nemmeno di vincere le elezioni. Per loro il voto degli elettori è come la vita umana: basta una pillola...».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica