La Lazio ferma la Juve Ma tiene banco "Mou"

Cobolli: "L'Inter prenda le distanze da Mourinho". Ma la risposta non lo soddisfa Ranieri. Il portoghese è scatenato: "Prostituzione intellettuale". Intanto Pandev e Rocchi stendono i bianconeri in Coppa Italia

La Lazio ferma la Juve
 
Ma tiene banco "Mou"

Roma - Effetto Special One. Ma anche quello della coppia ritrovata Pandev-Rocchi. La lunga giornata della Juve inizia con i veleni e finisce con un sorriso strozzato in gola. Della notte dell’Olimpico, partita bene e finita malissimo, la squadra di Ranieri ricorderà solo un buon primo tempo, culminato con un gol ingiustamente annullato a Iaquinta e uno buono di Marchionni. Poi tanto carattere Lazio e un Manninger protagonista di almeno quattro interventi provvidenziali, anche se nulla ha potuto sulle giocate del duo delle meraviglie, tornati a segnare insieme dopo tantissimo tempo. Evidentemente avevano atteso l’occasione più importante.

Bianconeri senza pedine di prestigio (rimasti a Torino Buffon, Legrottaglie e Del Piero), ma ugualmente determinati. E forse un piccolo stimolo lo hanno dato le critiche di Mourinho, che in casa Juve hanno suscitato un mix di sdegno, rabbia e stupore. «L’allenatore dell’Inter ha mancato di rispetto non solo alla Juve e ai suoi 14 milioni di tifosi oltre che a tutto il calcio italiano», ha tuonato il duro comunicato del club, richiamando al «senso di responsabilità» dei tesserati e al fatto di non dover «alimentare una cultura del sospetto».
La società bianconera si aspettava «una dissociazione pubblica dell’Inter» dalle esternazioni di Mou, ma la replica diffusa dal club di via Durini non ha convinto. «Diciamo che non è una risposta soddisfacente – ha sottolineato il presidente Cobolli Gigli nell’intervallo della partita dell’Olimpico -. Immagino che Mourinho si sia sentito provocato da qualche cosa che io non riesco a individuare. La sua mi è sembrata comunque una reazione esagerata». Qualche ora prima era stato più ironico e pungente: «Certo l’Inter probabilmente non è stata una delle più penalizzate. È la storia che dice che i nerazzurri non hanno più rigori contro da un anno». E sulla presunta nuova amicizia tra Roma e Juve, tra Spalletti e Ranieri, evocata da Mourinho, Cobolli ha risposto: «Ma voi ci credete davvero? Ora basta, mettiamo un punto a tutta la vicenda». «Mourinho? Quando lo incontrerò, se mi ricorderò, gli dirò quello che volevo dirgli – dirà invece Ranieri a proposito della telefonata svelata da Mou -. La risposta della società nerazzurra? Questo è lo stile Inter...». Ranieri ha telefonato ieri mattina ad Appiano. Rapporto sempre difficile con Mou. «Dovrei parlarne per ore», ha chiuso il tecnico bianconero.

In questo scenario una semifinale di Coppa Italia – sotto gli occhi del ct Lippi e del presidente federale Abete - per di più contro un avversario in ottimo momento di forma anche se orfano (per squalifica) di Zarate. L’approccio juventino al match è stato convincente, nelle «sportellate» a centrocampo la squadra di Ranieri ha fatto valere qualità fisiche e tecniche superiori. Il «peperino» Foggia frenato dalla vivacità di Molinaro, pronto a continue sovrapposizioni con Nedved (fischiatissimo anche all’ultima partita della carriera all’Olimpico, una volta era il suo stadio).
Il gol di Marchionni, con la collaborazione di Kolarov che con le braccia tese ha provato a sostituirsi a Muslera, è stato giusto premio. Ma la Juve si è fermata qui. Il secondo tempo ha regalato un’altra partita e un’altra Lazio. Le conclusioni vincenti della coppia gol da applausi (diagonale in area del macedone, contropiede perfetto dell’ex di turno), le parate di Manninger su Foggia e Lichtsteiner (dopo quelle su Ledesma e Rocchi) anche. Il suggello a un risultato che tiene viva la qualificazione. «Loro bravi, noi naïf.

L’arbitro? Mi è sembrato un po’ cinese nei nostri confronti per i cartellini», le considerazioni ironiche di Ranieri mentre Delio Rossi ha sottolineato che «battere la Juve è sempre importante». Tra 50 giorni ritorno all’Olimpico torinese.

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