Lazio, Lotito: «E bravo Lucarelli»

Rocchi salta l’Inter per squalifica

Emiliano Leonardi

Stavolta raccontiamo la divisione del bottino, un pareggio esterno che sa di beffa, complici decisioni arbitrali sfavorevoli alla Lazio. Come la mancata espulsione di Cristiano Lucarelli, graziato da Oberdan Pantana con un cartellino giallo che avrebbe dovuto essere rosso. Ma il fischietto di Macerata, alla tredicesima direzione di gara in serie A (e alla prima con le due squadre), non ha visto i sessanta metri corsi dal capitano labronico e culminati con lo schiaffo-spintone a Pandev dopo la rete dello zero a uno. Gli aveva dato fastidio il modo di gioire dell’attaccante balcanico; «un classico modo di esultare per lui», ha invece sentenziato Lotito, adirato al novantesimo per questo episodio e per la direzione di gara. «Il gesto di Lucarelli è antisportivo, spingerò per la moviola in campo, a chi mi devo rivolgere ora?», ha ironicamente chiesto agli interlocutori di turno il presidente della Lazio, sintetizzando un inevitabile riferimento a calciopoli. Nessuno ha saputo rispondergli. Così il Livorno ha potuto ragionare dopo quel gol subito in acrobazia dal gioiello Goran, e il malumore ha cominciato a serpeggiare invece fra i laziali, con Rocchi espulso dopo un’ora di gioco per un fallo ai danni dell’ex Antonio Filippini. E allora dal possibile 11 contro 10 si è passati al 10 contro 11, col numero 99 amaranto pronto a infilare Peruzzi per l’1 a 1 definitivo. Con immenso dispiacere per gli statistici, che avevano annotato l’ultima vittoria della Lazio in casa dei toscani quando il campo si chiamava ancora «Ardenza», nella stagione 1971/72, vittoria col minimo scarto, ma in serie B. Roba da notte dei tempi, invece, l’ultimo blitz in serie A, 2-3 nella stagione 1938/39.
Per la cronaca va detto che non è stata la migliore Lazio della stagione, ma neanche il Livorno era al top. Però da chi ha vinto il derby e si prenota almeno per un quarto posto finale, ci si aspetterebbe di più, specialmente ora che le altre pretendenti all’ultimo posto valido per l’ingresso nell’aristocrazia del football europeo, Fiorentina e Udinese in primis, hanno cominciato a marciare decentemente. Ci sarà tempo per rifarsi, mentre in merito all’1 a 1 di ieri, Delio Rossi ha commentato poco l’episodio-fulcro della gara: «Non ho visto la spallata di Lucarelli. Ora che riguardo le immagini mi sembrano chiare. Ma non voglio parlare degli arbitri, sono una componente come il palo, la bandierina». Poi, sull’espulsione del suo giocatore, ha affermato che l’arbitro «è stato fiscale» e che quando gli attaccanti commettono certi falli lo fanno senza cattiveria. Certo però che in 11 avremmo vinto la gara».
Ma non c’è neanche il tempo di ragionare, mercoledì arriva l’Inter, alla ricerca della decima vittoria consecutiva in campionato.

Il signor Rossi, privato di Rocchi e Mutarelli dal giudice sportivo, si affiderà a Makinwa e Firmani per resuscitare il torneo al vertice. Con gli interisti che cercheranno di riscattare il più infausto dei 5 maggio e i romanisti che, per una sera, tiferanno Lazio: c’è da giurarlo.

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