Roma

Lazio Lotito: «Io il peggior presidente»

Esaltata per i festeggiamenti di ieri, giorno del genetliaco numero centonove e resa più unita e schietta dalla nascita del Comitato Gabriele Sandri, la Lazio si appresta a raggiungere Reggio Calabria, prima tappa dell’anno solare 2009, con sensazioni migliori rispetto a quelle prenatalizie. Accertato che il rapporto con Mauro Zarate verrà consolidato al più presto - poco importa ai tifosi che il Manchester City avrebbe offerto 30 milioni cash agli sceicchi per portare il ventunenne Matthias in Premier League - e che Moratti non farà la corte serrata a Claudio Lotito per portare Rocchi a Milano, la compagine di Formello da quando sono ripresi gli allenamenti (2 gennaio) ha dato l’impressione d’essersi psicologicamente rafforzata. E al Granillo, domani pomeriggio, cercherà di confermare le suggestioni della platea biancoceleste, che adesso aspetta il regalo dopo aver celebrato il compleanno. Magari con un blitz come quello datato 6 novembre 2002, Reggina-Lazio 0-3, la vittoria esterna più larga nella storia fra le due squadre; o come quello dell’11 marzo 2007 (2 a 3), fra l’altro ultima impresa sul campo reggino da parte dei biancocelesti.
È una partita di inevitabile amarcord per Pasquale Foggia, che proprio in Calabria (dove trovò continuità d’impiego) riuscì a mostrare i colpi migliori del suo repertorio e per Bernardo Corradi, a meno che le ragioni di mercato non lo trasferiranno a Bologna nell’immediato prepartita. Ma è anche una sfida dove conteranno le esigenze delle due formazioni. Specialmente quelle degli amaranto, penultimi in graduatoria, attualmente a meno due dalla quota salvezza ma comunque rinvigoriti dal pareggio esterno di Cagliari, ultima giornata di campionato del 2008 e prima assoluta in panca per il subentrante Pillon. Che prima del fischio d’inizio dovrà risolvere il dubbio Brienza-Cozza, mentre schiererà certamente il giovane Viola al posto dello squalificato Carmona. Indisponibili Siviglia e Matuzalem, Delio Rossi opporrà sull’altro fronte un rassicurante 4-3-1-2: Carrizo fra i pali e linea di difesa formata, da sinistra a destra, da Lichtsteiener, Diakitè, Rozenhal e Radu; Dabo, Ledesma e Brocchi agiranno nella zona nevralgica del campo; poi, affidati a Pandev compiti da trequartista, ecco consegnate a Rocchi e Zarate le bocche da fuoco.
Del mercato, scrivevamo. Daniele De Silvestri ha soffiato sulle candeline della torta laziale confermando la volontà di restare. «Sono un giocatore laziale fino al 2010, per il futuro vedremo. Spero di continuare a esserlo», ha assicurato l’esterno, presente all’iniziativa legata all’amico tifoso ucciso sull’A1. Ha parlato anche, ma in altra sede, il patron Lotito. «Stiamo ultimando la predisposizione del progetto per lo stadio della Lazio, che sarà complesso, perché prevede una serie di attività e strutture che lo renderanno un centro di valenza internazionale - ha spiegato -. Il nuovo stadio sarà un fiore all’occhiello per tutta l’Italia». Sul possibile ritorno di Veron: «Sto valutando, stiamo pur sempre parlando del miglior giocatore d’America, si potrebbe ripetere con lui l’operazione Dabo».

Chiusura amarognola: «Sono stato il peggior presidente della storia della Lazio, perché non ho avuto la capacità di avere l’affetto di tutti i tifosì».

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