Roma

Lazio, pari beffa Lotito: «Ma noi troppo ingenui»

«Fatale quella bandierina alzata, ci siamo fermati e per Corradi è stato facile insaccare»

Jacopo Granzotto

Quando il pareggio odora di sconfitta. A Parma la Lazio rimedia un inutile 1-1 (Rocchi al sesto, pari dell’ex Corradi al quarantesimo), il beffardo risultato di 90 minuti di sterile dominio tecnico. Il tabellino parla chiaro: 37 minuti di possesso palla rispetto ai 22 dei parmensi, se non è suicidio poco ci manca.
Ma se al Parma resta il timore di non essere attrezzata per la salvezza, i laziali rimarranno col dubbio che il gol con cui Corradi ha pareggiato il conto non fosse del tutto regolare. Tutta colpa di un fuorigioco giudicato ininfluente da Dondarini ma non dal guardalinee Titomanlio, la cui bandierina alzata ha pietrificato i difensori biancazzurri, impalati come belle statuine. Va anche detto che il progresssivo calo di tensione dei biancazzurri, nonostante la superiorità fisica e il possesso assoluto della palla, ha fatto quanto meno intuire che anche agli uomini di Delio Rossi il pareggio tutto sommato non stesse poi tanto male. Ma la sensazione è che se avessero solo voluto provarci un po’ di più avrebbero potuto prendersi i tre punti e raggiungere il Chievo al sesto posto.
Migliore in campo ancora Fabio Liverani, tutto genio e polmoni che inizia a fare un pensierino alla lista dei convocati per i prossimi mondiali in Germania. Del resto Pirlo avrà pur bisogno di un sostituto e, tolto Maresca (che sta facendo faville col Siviglia), la concorrenza non è che sia così affollata. «Beh questa è la mia stagione cruciale - dice il centrocampista - con gli anni ho acquisito sicurezza ed esperienza in mezzo al campo, sinceramente spero di far parte della spedizione azzurra, è il mio sogno».
Il presidente Lotito, invece sembra più interessato alla questione dei diritti televisivi piuttosto che a un campionato che scivola via senza troppi sussulti, non più pane per i suoi denti. «La Lazio non è cadetta di nessuno, ma ha una sua posizione autonoma» precisa ai microfoni di Italia 1. E nella ricerca di nuovi introiti per i club rilancia la proposta degli «stadi polifunzionali», un’iniziativa «presa un po’ troppo sottogamba, ma che rappresenta la strada giusta per permettere alle società di esplicare tutte le loro potenzialità economiche». Del resto, Lotito ribadisce di essere un fautore «del libero mercato, quello che in campo privato fin qui ha dimostrato di dare i risultati migliori». L’«alternativa? Lo statalismo rosso».
Sulla partita, invece, il presidente rimarca la netta superiorità dei suoi giocatori, fatti fessi però dalla bandierina del guardialinee: «Che volete che vi dica, siamo stati ingenui e loro ne hanno purtroppo approfittato».
In verità sull’episodio del pareggio, sono stati gli stessi giocatori della Lazio ad ammettere, a fine gara, l’esattezza della decisione di Dondarini. «Il fuorigioco non c’era - dice Tommaso Rocchi - molti di noi sono stati distratti dalla segnalazione del guardalinee e sono ripartiti in ritardo. Per l’andamento della partita sono dispiaciuto: abbiamo creato molte occasioni e subito gol una delle poche volte che siamo stati impensieriti».


Non si è invece presentato in sala stampa Delio Rossi, espulso dall’arbitro alla fine del primo tempo per proteste.

Commenti