da Roma
Delio Rossi sta per centrare il suo primo grande traguardo della carriera e lo fa con una Lazio bella e divertente: un posto in coppa Uefa, un premio insperato a inizio stagione che potrebbe essere raggiunto con lumiltà di uno che di gavetta, in provincia, ne ha fatta tanta. Lo stesso Rossi, alla vigilia, si era augurato che la sfida con il Livorno fosse solo quella sul campo, così è stato. Nessuna preoccupazione sugli spalti e la partita a rischio si è trasformata in un incontro di calcio con alcune note di troppo come il coro «Duce, Duce» dei laziali in risposta a uno striscione becero che inneggiava a piazzale Loreto.
Della gara labronica rimane poco, la cosa più divertente se la sono inventata i 600 tifosi toscani giunti allOlimpico con 45 minuti di ritardo. Dopo il 3-1 di Pandev, infatti, gli amaranto hanno risposto alla gioia biancoceleste mostrando i glutei «stile Braveheart». Folklore che non basta a togliere lamarezza per lennesima sconfitta subita dalla squadra di Mazzone. Addio sogni europei, Spinelli spera almeno in un finale con onore, con il tecnico, al record di panchine, 788, che vorrebbe dare le dimissioni ma che non vorrebbe passare per uno che scappa: «Se però Donadoni decidesse di tornare sarei felice di lasciargli il posto». Ma Spinelli?
La Lazio sblocca la partita al 19: bravo Zauri a sfuggire a Pfertzel sulla sinistra e bravo a rimediare un rigore trasformato da Oddo. Il primo tempo finisce qui. Livorno più convinto nella ripresa. Al 7 il pareggio: tiro di Cesar Prates, deviazione di Peruzzi sui piedi di Colucci che pareggia. Sembra la classica rimonta subita dalla Lazio.
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