Altro che Lazio rinnovata nello spirito, qui cè aria di crisi. AllOlimpico finisce 2-1 per il Genoa, che vince in rimonta sbancando lo stadio romano 49 anni dopo lultimo successo datato 11 gennaio 1959 (2-4), e alla fine i fischi dei 15mila presenti si sprecano, specie per il «caudillo» Claudio Lotito. E se è vero che il rigore che regala ai liguri il pareggio è più figlio duna caduta comica in area del centrocampista Milanetto che dun fallo, lo è altrettanto che la banda-Gasperini ha meritato lintera posta in palio. «Abbiamo pagato i primi cinque minuti della ripresa», commenta il brasiliano Cribari al novantesimo. Il difensore, che sul penalty è sarcastico («Stendardo non può sparire, Milanetto gli è arrivato di sopra ed è cascato, non esisteva il fallo»), sprona i suoi: «La sconfitta pesa tanto perché giocavamo in casa. Adesso abbiamo due trasferte e bisogna comunque alzare la testa, andare avanti, dobbiamo arrivare più in alto possibile e questa strada non va bene. Non possiamo permetterci di perdere così».
Sulla stessa lunghezza donda capitan Luciano Zauri: «Non meritavamo la sconfitta e adesso ci aspettano due trasferte in sette giorni: ce le dobbiamo giocare». Poi, sul momento-no: «Al minimo errore ci castigano sempre, mi spiace e non voglio cercare alibi... ma è così». Da Baronio, che pure punta il dito contro il direttore di gara («larbitro ha condizionato molto la partita»), arriva linput per rialzare la testa: «Dobbiamo svegliarci perché ora ci sono due trasferte difficilissime, questa non è la nostra posizione in classifica ma inutile dirlo a parole, dobbiamo dimostrarlo». E Mutarelli, che definisce il rigore una «concessione vergognosa», spera nel mercato: «Certamente se arriveranno altri giocatori a dare una mano saranno ben accetti, meglio fare una rosa di 50 elementi visto che, come è avvenuto anche oggi, ci sono sempre infortunati». Altrettanto amaro, infine, il post-partita di Delio Rossi: «Fa male perdere in questa maniera».
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