Laziomatica: gare assegnate «in famiglia»

Senza risposta una lettera indirizzata da An a Marrazzo per fare chiarezza sulla vicenda

Omar Sherif H. Rida

L’elaborazione di un piano industriale affidata ad un’azienda specializzata nella produzione di software. Un’azienda in cui figurano come amministratori delegati due consulenti della società che ha indetto la gara. Una gara oltretutto illegittima. Un caso quasi da «Repubblica delle banane» se non fosse che la società in oggetto è quella per «l’informatica e la telematica della Regione Lazio», cioè la Laziomatica spa, già agli onori della cronaca per il «Laziogate». La denuncia arriva dal vicepresidente del Consiglio regionale di An, Bruno Prestagiovanni, secondo cui l’iter tecnico-amministrativo con cui Laziomatica ha affidato, il 14 giugno 2005, l’elaborazione del suo piano industriale «rasenta forme di illecito». Infatti «la legge regionale che istituisce la società in oggetto - spiega Prestagiovanni - ai sensi della normativa comunitaria e statale, non consente a Laziomatica di operare, come amministrazione aggiudicatrice di forniture e servizi informatici, se non attraverso bandi pubblici». Ma le cose non vanno esattamente così e di bandi pubblici neanche l’ombra: il 3 giugno 2005, come si legge nella «Determina per acquisti n. 241/05», la Laziomatica indice «un’indagine di mercato per selezionare il soggetto cui affidare i servizi» e invita a partecipare alla gara sei aziende, «tutte tramite lettere indirizzate a precisi individui» sottolinea Prestagiovanni. Tra queste figurano la Orangee srl e la Vasmine Spa: entrambe presentano offerte molto simili che oscillano tra i 65mila e i 68mila euro (contro i 110-160mila delle altre ditte contattate) e undici giorni dopo, con «Determina n. 253» del 14 giugno 2005 è la Vasmine Spa ad aggiudicarsi la fornitura.
«Una coincidenza - continua l’esponente di An riferendosi alla vicinanza delle due offerte e alla loro esiguità rispetto alle altre quattro perdenti - che fa pensare a una curiosa simbiosi della Orange srl e della Vasmine spa». Anomalie, curiosità, che non si esauriscono qui in questa storia dai mille intrecci. Intrecci come quelli di cui sono protagonisti Alfredo Speranza, socio della Orange srl all’epoca della gara (prima di cedere le quote alla convivente Maria Cristina Mangano), già consulente di Laziomatica e attualmente direttore della stessa o Roberto Brunialti e Andrea Dezzi, che risultano amministratori delegati della ditta aggiudicataria, la Vasmine spa. Brunialti è collaboratore dell’amministratore unico di Laziomatica, Edoardo Narduzzi, nella società Netikos oltre che consulente, così come Andrea Dezzi, della società regionale. «Una sorta di catena nepotica» come la definisce Prestagiovanni: sempre nella Vasmine i due revisori dei conti, Luigi e Gaetano Troiani, sarebbero rispettivamente zio e cugino di Narduzzi, che figura inoltre fra i tre membri della Commissione di aggiudicazione della citata gara.
Sulla vicenda il gruppo regionale di An ha presentato lo scorso 2 febbraio un’interrogazione a risposta scritta all’assessore regionale alla Tutela dei consumatori, Mario Michelangeli. Il 9 marzo la replica di Michelangeli, nella quale le sei ditte che hanno partecipato alla gara vengono definite «società specializzate nella consulenza strategica con esperienza pregressa». Una risposta non corrispondente a verità, secondo Prestagiovanni.

Il 20 giugno l’ultimo atto, con una lettera indirizzata al presidente della Regione Piero Marrazzo nella quale si denunciano quei «legami industriali e vincoli di parentela» che avrebbero compromesso la gara. Una lettera ancora senza risposta.

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