Cultura e Spettacoli

"Il leader del Pd? State tranquilli lo trovo col televoto"

Ripartono le "Night" di Italia 1 "Sono un antidoto ai tromboni"

"Il leader del Pd? State tranquilli lo trovo col televoto"

Milano - Smoking, scarpe da ginnastica e quel taglio che alla sartoria tradizionale sarà sempre mini, ma a quella della tv è di quelli extra large. Pierino Chiambretti dopo un anno a Mediaset sta come un pascià. Libertà assoluta, insomma il teorema del Padrone che si sgretola. Anzi, dice Pierino con spudorato candore, «a Mediaset non ho ancora incontrato nessuno di destra. Nemmeno Pier Silvio». Lui, lingua pestifera della tv, non ha mai smesso di essere sé stesso; per la nuova edizione di Chiambretti Night, su Italia 1 in terza serata da domani, ha messo in agenda due missioni da far tremare i polsi: porre la questione morale in tv e creare il nuovo leader del Pd. Per dare, finalmente, un volto a un'opposizione che - sono sempre parole di Chiambretti - «mi ha procurato un progressivo sgretolamento delle palle».

Caro Chiambretti, la sua nuova Night sarà più ambiziosa?

«Be’, al primo giro siamo andati oltre le più rosee aspettative. E l’azienda non mi ha posto alcun paletto di share o robe simili. Se oggi Chiambretti Night è uno dei marchi identificativi di Italia 1, mi sembra che le cose vadano bene».

Tra le varie ambizioni c'è quella di trovare il prossimo leader democratico, l'anti-Berlusconi, mica poco.

«Sì, è un'operazione complessa ma ce la faremo. Abbiamo questa convinzione, di fare tv di servizio pur essendo tv commerciale. Daremo un volto all’unico che può farcela contro il Berlusca. L'opposizione dice che è la tv a creare consenso intorno a Berlusconi? Bene, noi con gli spot useremo la tv per trovare il leader: faremo casting, sceglieremo volti, andremo di nomination ed eliminazioni, ci sarà pure il televoto».

E quale volto potrebbe spuntare per la sinistra?
«Chissà: potrebbe essere uno abbronzato, o con le tette. O un cantante, ma anche un politico riciclato».

L’idea è che sia un bel pestifero, e spari sulla Croce rossa. Sarà mica anche lei un simbolo della tv trash che ha corrotto questo Paese, come dicono di questi tempi?
«Drive In ha segnato una felice stagione televisiva, fu una rivoluzione contro il bigottismo, una reazione a una certa Rai inguardabile. La tv è lo specchio rotto della società, e se oggi la società è così non serve andare a prendersela con Drive In. Non scherziamo. Anzi, annuncio nel mio programma due belle stangone, Nora e Lola Mogalle, gemelle come le Kessler: tutte da guardare. Purtroppo in questi giorni vedo dilagare troppa voglia di trombalizzazione».

Di cosa, scusi?
«Si, la trombalizzazione: la normalizzazione dei tromboni. Hanno preteso lo spostamento persino della Marcuzzi e del suo programma in tarda serata. Fortuna che Alessia è tra gli ospiti della nostra prima puntata e potrà dire la sua».

Quali altri ospiti ci saranno?

«Il Cardinal Tonini e Alfredo Signorini».

Un altro tormentone di stagione è l’emergenza libertà di stampa e d’informazione. Lei come la vede?
«Vedo gente che parla di regime e di dittatura, e me la rido. Una dittatura è un governo che fa chiudere i giornali. Qui vedo uno dei signori più potenti d’Italia bersagliato ogni giorno, bene o male che sia, dai giornali. Il rischio di esagerare è quello di fare una figuraccia, di fronte all’evidenza».

Si parla anche di un Quentin Tarantino alla prima puntata.

«L’idea c’è, siamo in contatto con Tarantino, ma ogni riserva cadrà domani, in extremis. Vedremo. Un ospite che mi piacerebbe avere? Bin Laden, da consegnare poi, a fine intervista, alla Cia.

Avvisando però prima la Cia, sennò quelli ti spediscono a prescindere una bomba intelligente e son dolori».

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