La Lega «espelle» la Rai dai campi di calcio

Matarrese: «Io chiudo le porte in faccia alle loro telecamere; i tre minuti del diritto di cronaca glieli diamo noi già confezionati»

Gian Piero Scevola

da Milano

Una carezza finale a Massimo Moratti dopo una lunga serie di schiaffi e un durissimo attacco di Antonio Matarrese alla Rai, in una guerra aperta con l’emittenza pubblica che non ha precedenti. Questa la sintesi della lunga giornata che ha visto tutte le società di serie A e B (mancava solo il Crotone) ritrovarsi in Lega calcio per l’assemblea e per ricostituire i nuovi consigli dopo le dimissioni di Zamparini, Garrone e la scomparsa di Facchetti. A fare sensazione è stata però la sfuriata del presidente Antonio Matarrese che, con toni pacati ma decisi, ha chiaramente detto quelle che saranno le ritorsioni nei confronti della Rai, la grande accusata che snobba la coppa Italia e ogni domenica, da due anni, nella trasmissione di Simona Ventura Quelli che il calcio elude le regole comunicando in diretta i risultati.
Prima pietra dello scandalo la Tim Cup: la Rai se l’era aggiudicata nella scorsa stagione versando 26 milioni ma, visto il poco traino della coppetta e gli stadi sempre vuoti, quest’anno ha messo sul piatto la metà, 13 milioni. Sdegnosa la reazione di Matarrese che, oltre ad avere avviato contatti con Mediaset disposta a prendere la Tim Cup, ha minacciato la tv di Stato: «Non devono prenderci in giro, noi non svendiamo i nostri prodotti né possiamo aspettare che la Rai aumenti il canone e trovi i soldi per acquistare i diritti. D’altronde ne hanno spesi così tanti per la Champions, che adesso non possono che aumentare il canone per trovarne altri. Ma io sono disposto a chiudere loro in faccia le porte degli stadi, a non farli entrare nemmeno per i tre minuti del diritto di cronaca. Perché i tre minuti glieli diamo noi, già confezionati: la Lega ha le capacità tecnologiche per gestire una simile situazione». Insomma, o la Rai trova subito 26 milioni, altrimenti il prodotto coppa Italia passa a Mediaset. Ma non è finita perché Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente di Mediaset e numero uno di Rti, ha deciso in perfetta sintonia con Matarrese di attuare pesanti azioni legali nei confronti della Simona nazionale, mentre la Lega proibirà perfino ai tesserati Figc la partecipazione a Quelli che il calcio.
Potrebbe anche bastare, ma il ciclone Matarrese non si ferma qui perché nel nuovo corso del calcio, nel nuovo regolamento della Lega che prevede anche un codice etico, chi mancherà di rispetto alle istituzioni pagherà, economicamente con un’ammenda, ma anche con penalità in classifica. «Non possiamo più accettare che chiunque, nel nostro mondo, si alzi e attacchi le istituzione», ha sottolineato Matarrese con chiaro riferimento alle dichiarazioni rilasciate da alcuni presidenti in occasione della scorsa assemblea di Lega che terminò tra polemiche. «Se ne faranno a meno sarà meglio per loro, per la loro tasca, per la loro squadra e per la classifica. Qui non c’è una restaurazione: chi si diverte a offendere le istituzioni pagherà, gli insulti non devono appartenere a questa lega e non possono essere più tollerati».
Ce n’è anche per il Governo, in merito al disegno di legge delega sui diritti tv del calcio: «Noi siamo imprenditori del calcio e non subappaltatori del Governo. Se passano i principi di questo ddl, quando il Governo dovrà fare i decreti attuativi, rischiamo di trovarci spiazzati. Noi siamo maturi per trovare la soluzione al nostro interno, ci stiamo lavorando, evitiamo che ci possa essere un confronto non simpatico tra noi e questo Governo. Sulla vendita dei diritti tv non si possono mettere paletti, agli imprenditori non vanno messi vincoli».
Ma anche carezze a Cellino («Complimenti a lui, come presidente dell’assemblea ha insistito per continuare nelle votazioni»), a Zamparini («Ha dimostrato grande saggezza») e a Cobolli Gigli («Per lui un autentico plebiscito») perché «nel Consiglio di Lega tornano le grandi, in perfetto equilibrio con le piccole».

Rientra infatti Massimo Moratti (che prende il posto di Facchetti), ma che fatica: solo all’11ª votazione ha trovato i 14 voti su 17 (quorum 13) dopo che in precedenza, con tanti franchi tiratori, non era mai andato oltre gli 11 voti. Eletti anche l’atalantino Ruggeri per la A; Cobolli Gigli e il bolognese Cazzola per la B. Con la novità di Umberto Cairo (Torino) ammesso come «uditore» e pronto a sostituire l’inibito Claudio Lotito.

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