Caro Giornale, leggo con interesse l'intervista ai due primi arrivati al sondaggio-gioco de il Giornale, Pierluigi Vinai e Matteo Rosso. Mi fa piacere che siano presenti ma soprattutto che vengano interpellati, aizzati, spronati da il Giornale che non mi stancherò mai di sostenere che ha sempre fatto, ma ora più che mai, un lavoro di concerto per gestire l'ambito politico locale al meglio, per trascinare i lettori e gli elettori nelle proprie iniziative ed idee e per coinvolgere la parte politica del centro destra che in Liguria ma soprattutto a Genova è nata specialmente di stampo liberale e quindi libertaria, forse troppo rispettosa ed aperta alle idee altrui, forse poco pratica e molto teorica, forse un po elitaria e poco propensa ad aderire al territorio, forse collegata ancora ad una vita basata su ideali e principi di fondo di un tempo che a mio avviso sono intramontabili ma che in politica non vanno purtroppo molto a braccetto con la realtà brutale, spietata dei nostri tempi e con un avversario di sinistra troppo arrogante, prepotente e determinato a detenere il proprio potere.
Ritengo che questo tipo di centro destra ancora esistente almeno in parte debba mano a mano decadere o tramutarsi più semplicemente in un partito più strutturato e militarizzato, ed ora vengo al punto dell'intervista che maggiormente mi ha colpito ed interessato, premettendo che comunque in base a quanto detto, penso che Il Giornale aiuti il centro destra in questo senso, a modernizzarsi, ad andare al passo coi tempi, a cambiare se richiesto, ad accreditarsi sempre più voti e consensi non solo nelle fasce sociali più elevate o in una buona parte della Chiesa ma anche nel popolo e nel ceto medio.
Nel corso dell'intervista viene chiesto sia a Vinai sia a Rosso cosa ne pensano della Lega e del fatto che a differenza di altre regioni questa non sia molto affermata in Liguria. Concordo con la risposta di Rosso per cui la Lega ha sempre fatto un buon lavoro sia a livello fisico/territoriale che di linguaggio, che è un valido alleato del Pdl (ed io aggiungerei che dobbiamo tenercelo buono) e che bisognerebbe alle volte emularlo maggiormente. Mi permetto invece di commentare - ma in maniera costruttiva e non polemica - la risposta di Vinai per cui la Lega non prenderebbe molti consensi nella nostra regione in quanto «la Liguria non è la Padania».
Innanzitutto, dellesistenza o meno della Padania è stato a lungo discusso, pare che abbia la sua storia, la sua essenza che forse trova nella Lega il proprio humus in quanto non a caso la Lega è nata proprio nelle regioni del nord, anche se un tempo la Padania pare fosse anche legata a regioni più centrali come l'Emilia Romagna. Inoltre, durante l'ultima manifestazione della Lega a Pontida per la festa dei suoi 20 anni, Bossi è stato abbastanza chiaro con le sue parole nel descrivere il concetto di «secessione», collegato alla Padania, che tanto preoccupa chi non è leghista sostituendo tale termine con «libertà», aprendosi alla volontà di non essere fondamentalmente contro «Roma ladrona» ed il centro-sud Italia ma semplicemente di desiderare una politica basata su un tipo di federalismo come decentramento che ha l'intento di sgravare lo Stato di troppi oneri e di trasferirli laddove è possibile alle varie regioni. L'obbiettivo finale sarebbe quello di risparmiare e di garantire anche alle regioni stesse una maggiore importanza ed un maggiore senso di responsabilità per quanto riguarda la gestione delle proprie risorse. Così dicendo, Bossi aprirebbe anche un varco ed una possibilità del dubbio sul punto numero uno dello statuto della Lega che recita il proprio desiderio di voler ottenere l'indipendenza della Padania dal resto d'Italia. Credo che questo concetto debba essere superato e credo che anche Bossi stesso ne sia convinto, lo dimostra il fatto di presentarsi come un buon politico, un ottimo mediatore, un amico fidato di Berlusconi, ma allo stesso un Ministro ed un Presidente di partito molto determinato nel proprio intento principale di raggiungere l'obbiettivo del federalismo fiscale iniziato con quello demaniale.
Di conseguenza, partendo dal presupposto che la Padania forse debba assumere oggi un significato più allargato ed ampio, ritengo che anche la Liguria - che a livello geografico è pur sempre al nord Italia - non dico non debba essere identificata con la Padania ma che non debba neppure escludersi da essa o comunque dallo scopo di aprirsi ad altre realtà, siano esse quelle rappresentate dalla Lega o ad un maggiore radicamento sul territorio che la aprirebbe a nuove ed ulteriori acquisizioni che la renderebbero più competitiva.
Non dimentichiamoci che la Liguria insieme con il suo capoluogo è rossa atavica da tempo, anche se la parte del ponente costituita da Imperia - grazie a Scajola - è sempre stata di centro destra. Quindi, se la Liguria si aprisse all'esterno e cominciasse a lavorare più da vicino con la Lega forse riuscirebbe a rompere il muro rappresentato dalla sinistra.
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