Lega, sì alla vendita collettiva «Ma distribuiamo noi i soldi»

Matarrese: «Chiediamo al Parlamento un po’ di fiducia». Il ministro Melandri: «Una quota va però riservata ai vivai»

Marcello Di Dio

da Roma

La Lega Calcio dà l’ok alla vendita collettiva dei diritti tv e quindi al disegno di legge del governo che sbarcherà alla Camera venerdì prossimo, ma vuole la gestione della distribuzione degli introiti. «Ci sentiamo gli imprenditori di questo calcio e chiediamo al Parlamento una prova di fiducia», le parole del presidente Matarrese che annuncia l’apertura all’unanimità, comprese, e questa è la novità importante, le «grandi» squadre (ieri erano presenti solo Milan e Roma, ma in pratica è stato incassato anche il sì della Juve, il cui presidente Cobolli Gigli già nell’assemblea di Lega del 24 ottobre potrebbe trovare posto in Consiglio). Nello stesso tempo però chiede meno «vincoli» e pone l’accento sulla propria autonomia nel trovare una soluzione per la distribuzione equa delle risorse. Concetto ribadito dallo stesso Matarrese e dal vicepresidente vicario della Lega Rosella Sensi alla ministra dello sport Melandri.
Insomma, un passo avanti importante, ma la discussione proseguirà ora su un tavolo tecnico che verrà aperto già lunedì. Massima la disponibilità del governo, come precisato dalla Melandri: «È evidente che la gestione delle risorse sarà in capo alla Lega. Da parte nostra non c’è nessuna volontà distruttiva o invasiva, ma solo quella di regolare diversamente un mercato molto speciale. E la gestione collettiva e solidaristica sono punti importanti così come quello di mantenere una quota da destinare ai settori giovanili e a tutto il sistema dei vivai. I rapporti vanno regolati sulla base del sistema calcistico europeo, come avviene per altro nelle competizioni Uefa. L’obiettivo è aiutare il calcio italiano in questa fase delicata ma preziosa».
La palla passa ora ai tecnici delle due parti e il confronto, difficile fino a qualche mese fa, diventa possibile. Il governo, incassato il sì sul principio generale della vendita collettiva, cercherà di trovare un accordo sulla quota da destinare al Fisco per un fondo a favore del mondo dello sport: la legge delega prevede al momento il cinque per cento, quota che potrebbe essere ridiscussa. I nostri club calcistici continuano infatti a lamentare un peso fiscale molto superiore a quello di altri paesi europei. Ma il confronto sarà serio soprattutto sulla ridistribuzione delle risorse: il governo ha previsto che il 50 per cento sia diviso in parti uguali fra tutti i club e l’altro 50 venga invece ripartito secondo diversi criteri, in primis il bacino di utenza.
Ci sarà tempo, probabilmente un anno, per dirimere la questione: la legge delega permette che entro dicembre la stesura del testo possa essere modificata e se passerà prima del 2007, il governo avrà altri sei mesi per definire il decreto attuativo. Martedì, intanto, verrà presentato un disegno di legge di Forza Italia a firma dell’ex sottosegretario ai Beni culturali, con delega allo sport, Mario Pescante. E presto arriveranno iniziative di altre componenti dell’opposizione. «Sui diritti tv non serve una legge blindata, d’impronta dirigistica e fortemente ideologica.

Mi sembra invece che la strada intrapresa dal governo e dalla maggioranza, anche alla luce del via libera dato alla riforma della legge Gasparri, sia proprio questa», ha dichiarato ieri il responsabile dell’Udc per lo sport Luciano Ciocchetti.

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