MilanoPrima il dossier sullassessore Monica Rizzi, fedelissima di Bossi. Poi le mini tangenti allassessorato alla Sanità (denunciate dalla stessa Lega) per il servizio delle tv negli ospedali. Poi ancora le indagini contro il presidente del Consiglio regionale Davide Boni. Ora la bufera post dimissioni del Senatùr. La tensione è parecchia in Regione Lombardia. Ma al momento nessuno chiede la testa di Renzo Bossi che, forte dei suoi 13mila voti, continuerà a sedere indisturbato fra i banchi della Lega e a percepire il suo stipendio da 12mila euro. I colleghi di partito fanno quadrato attorno a lui (almeno in apparenza) tra malumori vari. Lopposizione invece pretende chiarimenti in aula ed emette il suo verdetto: «Da quando cè Renzo in politica - commenta il capogruppo lombardo del Pd, Luca Gaffuri - la Lega è precipitata nei consensi».
Le ripercussioni delle dimissioni del Senatùr in Regione Lombardia si sentono, eccome. Il presidente del Pirellone Roberto Formigoni sostiene che «non cambierà nulla, la maggioranza resta salda» ma lopposizione spara a zero: «Questa storia rischia di rafforzare due debolezze, quella del Carroccio e quella di Formigoni e del Pdl. Il centrodestra ora è chiuso in un fortino e non è affatto propositivo. E questo è un male per i lombardi». «Cerchiamo di limitare i danni fino al voto» sostiene Giulio Cavalli (Sel).
I leghisti rilanciano. E martedì si riuniranno a Bergamo per «dare un abbraccio a Umberto Bossi». Leuroparlamentare Matteo Salvini è pronto a ripartire: «Quella che poteva essere la fine è invece un inizio, la Lega nei momenti di difficoltà dà il meglio di sé». Parlando di quelli che vengono definiti i giorni peggiori della Lega, il capogruppo regionale Stefano Galli smussa i toni: «Giorni peggiori? Non è nulla rispetto a ciò che ho visto in passato. Non stiamo mica parlando di Tangentopoli. Proseguiamo a lavorare e non dobbiamo niente a nessuno». Nessuna tensione quindi, a sentir lui: «Tutto benone». Anche i leghisti in giunta sostengono che non ci saranno destabilizzazioni. Ecco, forse il Carroccio abbasserà un po i toni, ma nulla di più. Per ogni sorta di cambiamento o riassetto si aspettano comunque ordini dal quartier generale di via Bellerio. In effetti i toni un po più concilianti non dispiacerebbero nemmeno agli alleati del Pdl, considerando che in passato la Lega è stata spesso sopra le righe. «La maggioranza è salda - ribadisce lassessore Raffaele Cattaneo, braccio destro di Formigoni - Allopposizione, che vorrebbe vedere unalleanza debole e un Formigoni annichilito, dico che non sta accadendo nulla di tutto ciò e i fatti lo dimostrano, con lultima, importante legge sullo sviluppo che abbiamo approvato questa settimana». Ciò che preoccupa il pidiellino Cattaneo è «lattacco in corso a tutte le rappresentanze democratiche e popolari, in nome di un potere asettico, indipendente dagli schieramenti politici». In tanti tra gli alleati della Lega sono «increduli».
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