Bandiere e striscioni bianchi crociati di rosso. Fotografie con il volto di Bossi. Il motto dei liguri «Che l'inse» urlato attraverso i microfoni. Il gazebo con la raccolta di firme contro la legge Burlando sugli immigrati regolari e clandestini.
La Lega non si fa intimidire. Un'altra volta, nella centralissima strada pedonale sestrese dello struscio, scende in piazza nella rossa Sestri Ponente per un comizio che ha il sapore della rivincita. In prima fila il candidato al Senato Bruno Ravera e il segretario provinciale genovese Edoardo Rixi. Decine di sostenitori del Senatur hanno deciso di rispondere così, pacificamente, all'aggressione della scorsa settimana. In una simile manifestazione, vicino piazza Baracca, nei giorni scorsi alcuni sinistrorsi avevano urlato e inveito contro i leghisti che partecipavano al comizio di Mario Borghezio. All'inizio qualche sfottò. Poi parole grosse. Alla fine, quando erano state raccolte decine di firme, i leghisti avevano ritirato volantini e bandiere per tornarsene pacificamente a casa. Un attivista della Lega, tuttavia, è stato seguito da tre teppisti che lo hanno aggredito con una testata e spintonato per terra. Il giovane, accerchiato, aveva tentato invano di difendersi, ma alla fine il gruppo è scappato. Col volto tumefatto è stato costretto a rivolgersi al pronto soccorso per farsi medicare.
«Un episodio di intolleranza inqualificabile - spiega Rixi - che spiega come alcuni sostenitori del centrosinistra, che brandivano il quotidiano «l'Unità» contro i nostri ragazzi al gazebo la scorsa settimana, non siano affatto persone democratiche. Non ci lasciamo intimidire da nessuno e quindi abbiamo voluto ripetere il comizio nella strada principale della rossa Sestri Ponente. Stavolta chi ha vigliaccamente aggredito il giovane leghista non si è fatto vedere. Abbiamo invece raccolto ancora decine di firme contro la legge Burlando. La gente è con noi. Non ne può più dell'andazzo e delle ingiustizie del centrosinistra».
Ieri gli agenti della Digos hanno vietato agli organizzatori di mostrare al pubblico le fotografie che ritraggono il gruppetto di violenti mentre contestavano il comizio della scorsa settimana. «Spero che si faccia giustizia - dice Rixi - episodi del genere non si devono ripetere. Tutti siamo liberi di esprimere il nostro parere.
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