Un aggiornamento delle linee guida della legge 194/1978 sullinterruzione di gravidanza è lobiettivo del gruppo regionale ligure di An, che ha presentato come prima mossa dellanno una mozione volta a far aprire nel consiglio della Regione un dibattito sullo stato di attuazione della legge. «Reputo giusto e doveroso - spiega il capogruppo di An Gianni Plinio - fare il punto sullo stato di attuazione, anche in Liguria, di una legge come la 194 che è stata varata ben 30 anni fa. Non si tratta di dichiarare una nuova guerra di religione bensì di dare un contributo ai fini di un indispensabile adeguamento della legge ai nostri tempi».
«Si tratta di aggiornare la 194 ai progressi scientifici che, oggi, permettono una maggiore sopravvivenza dei bambini prematuri e, quindi, di potenziare la prevenzione, troppo spesso dimenticata e disapplicata, con particolare riferimento ai sostegni a favore dei centri per la vita ed alle offerte di alternativa alla soluzione estrema dellaborto - chiarisce ancora Plinio - Nessuno può confutare il fatto che la scienza attuale offre possibilità impensabili rispetto agli anni in cui fu concepita la 194. Dal momento, poi, che la scelta dellaborto è, in ampia misura, motivata da condizioni disagiate, opportuno potrebbe essere il prevedere una sorta di assegno di maternità per quelle donne che decidano la prosecuzione della gravidanza».
Sulla stessa linea di Plinio è anche Eraldo Ciangherotti, vicepresidente del Movimento per la Vita Liguria, che chiede alla Regione un sostegno forte per le future madri. «Se la Regione non interviene sul sostegno alla madri - spiega Ciangherotti - è difficile combattere nella nostra regione il fenomeno della denatalità». Ciangherotti ricorda che già la legge 194 allarticolo 1 prevede che Stato, Regioni ed Enti locali, nellambito delle proprie competenze promuovano e sviluppino servizi sociosanitari, e altre iniziative per evitare che laborto sia usato come metodo per limitare le nascite.
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