La leggenda del gin tonic e i suoi profeti

Arriva il caldo e fiumi di gin tonic sono pronti per i nostri aperitivi urbani. Già, ma quale gin? Storicamente è uno scontro tra Bombaysti e Tanqueraysti. Ma avanza il popolo dell’Hendrick’s. Il Bombay Sapphire, bombaysapphire.com, piace a chi vuole un cocktail più morbido: le erbe da cui si ricava sono otto (mandorle e limoni spagnoli, liquirizia cinese, ginepro e iris italiane, angelica dalla Sassonia, coriandolo marocchino e cassia cinese), le spezie esotiche due (cubebis giavanese, grani del paradiso africano), le distillazioni del malto tre. Il Tanqueray base invece, tanqueray.com, è per quelli a caccia dell’opzione più secca e forte, che associa in perfetto equilibrio tre botanicals (ginepro con angelica e coriandolo) a quattro distillazioni.
E poi c’è l’irresistibile ascesa dell’Hendrick’s, hendricksgin.com, il gin «ridicolmente buono» col suo bacche di ginepro e cetriolo che arriva prepotente dopo al retrogusto. Però il gin-guru Jimmy Marathy, del Morgan’s di via Novati 2 a Milano, 02.867694, non s’azzarda a mescolarlo con l’acqua tonica perché è un gin premium: perfetto liscio.

Non sporca neanche il Tanqueray Ten, perfetto al limite per il Martini Cocktail. Piuttosto chiediamoci: ma perché col gin tonic non si trovano alternative alla Schweppes? Provate a domandarlo ad Adriano Segarelli del Glam di Roma, romaglam.it, un altro che sa il fatto suo.

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