«Mamma scusa... Cambiami scuola! Adesso ti prego. Non voglio più restare qui. Non riesco a vivere! Ho fatto una cosa bruttissima e schifosissima, ma non mi credevi se te lo spiegavo io... ». Parole piene di sofferenza quelle scritte da Silvia (nome di fantasia), la ragazzina dodicenne violentata lo scorso 20 febbraio dentro la classe della scuola media Gabriele DAnnunzio di Salò, in provincia di Brescia. Una vicenda che viene interamente ricostruita oggi dal settimanale Panorama.
Si parte appunto dal biglietto di sfogo che la ragazza ha scritto alla madre, per arrivare al contenuto dei temi svolti in aula e nei quali i ragazzi hanno narrato la loro versione dei fatti, fino al registro di classe, dove emerge la storia disciplinare di questa seconda C che si ritrova con due studenti, di 15 e 14 anni (un terzo, minore di 14 anni è indagato) che dopo qualche settimana agli arresti domiciliari sono ora tornati a scuola.
Lautorizzazione è stata data dal gip del tribunale dei minori di Brescia nei giorni scorsi, al termine dellinterrogatorio di garanzia. Mentre la vittima ha cambiato scuola.
Una vicenda assurda tanto per la gravità quanto per le dinamiche attraverso le quali si è svolta. Durante la lezione di francese, con il professore in cattedra intento a interrogare, Silvia viene circondata da tre compagni che l'afferrano con forza per i capelli e la costringono a un rapporto orale. L'insegnante non si accorge di nulla mentre una decina di ragazzi stanno in piedi a fare da palo e a oscurare la visuale. Poi, viene alla luce tutto. Una compagna della vittima si confida con un professore che avverte la dirigente scolastica. Linsegnante di italiano chiede agli alunni di commentare due terzine della Divina commedia con linvito a commentare laccaduto. E quello che scrivono i ragazzi è semplicemente agghiacciante. Nel tema di uno di loro, Oscar, pubblicato su Panorama, si legge: «Il prof. Dusi è entrato e ha annunciato che avrebbe interrogato sugli aggettivi. Quando iniziò a interrogare a causa di una scommessa (non so come e perché) S. doveva leccare il pene di H... Lui era pronto, col pene fuori... Più volte io e certi miei compagni dimmo (sic) che in questo modo avrebbero perso la loro dignità. S. in ginocchio cercava di tirare indietro la testa... ». In un altro tema si legge: «Ho chiesto a D. cosa stava succedendo, lui mi rispose che S. doveva fare un bocchino a C. per una scommessa. Dopo un po' che se lo metteva in mostra, S. venì sotto la mia sedia per vedere quello che accadeva. Non lo fece. A un certo punto la S. si alzò e disse che non lo voleva fare. Mi girai per seguire la lezione... ».
Dopo la lettura di questi racconti la dirigente scolastica ha deciso di sospendere non solo i tre ragazzi colpevoli della presunta violenza sessuale, ma anche la vittima, prima di sapere come in realtà si fossero svolti i fatti. Nessuna denuncia alle autorità. Denuncia che invece è stata sporta dai genitori di Silvia.
La posizione della preside è ora al vaglio della Procura.
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