Prima con lei, poi con l’altra: il San Valentino degli infedeli

I fedifraghi festeggiano due volte: prima con l’amante, a lume di candela. E poi, nel giorno ufficiale, con la moglie. Alla quale comprano solo i fiori

Prima con lei, poi con l’altra:  il San Valentino degli infedeli

La notizia è innanzitutto che ancora ci sia qualcuno che pensa a San Valentino, anzi: c’è qualcuno che lo festeggia due volte. Con la compagna, moglie o fidanzata che sia ma, soprattutto, con l’amante.

È lei, appunto, quella che dedica tempo e sentimento alla festa degli innamorati, senza cedere allo sbadiglio o alla smorfia snob o allo sguardo reprimente («è solo commercio», insegnano le mamme dalle elementari). È lei che aspetta il 14 febbraio come un sigillo da apporre alla storia e al cuore che le sfugge dalle mani: e pur di appigliarsi a qualcosa, anche la cena più banale dell’anno diventa una occasione unica. E lui, d’altra parte (o anche lei, nel caso sia impegnata), non può certo tralasciare la sua metà ufficiale: quindi gli tocca festeggiare con l’una e con l’altra, possibilmente in momenti diversi. È così che i ristoratori di New York, da qualche anno fanno il tutto esaurito, non la sera del 14, che è da coppie rodate, ma quella del 13, che è la seconda scelta dei clandestini: perché uscire proprio il giorno fatidico desterebbe «troppo sospetto», come spiega Miriam Tomponzi, la signora dell’omonima agenzia di investigazioni. Che conferma l’escalation di incontri furtivi nelle sere a ridosso di San Valentino: «L’amante vuole proprio uscire, vuole la cena a lume di candela, il cheek to cheek: perché la festa è il modo per consolidare uno status, il timbro che dice: ci sono anche io. Anzi, quasi più io».

E siccome l’illusione ha bisogno di conferme, alla coppia che non c’è servono il localino romantico, il tavolo appartato, i calici, i vetri offuscati, i regali costosi, il sapore premasticato della trasgressione; insomma il classico immaginario adolescenziale rivisitato, che comunque rende felici ristoratori, gioiellieri e venditori di lingerie sexy. Pare che tutti diano il meglio, almeno organizzativamente, proprio con l’amante: per la serata con la moglie (o il marito) ci si accontenta di un mazzo di fiori, una scatola di cioccolatini, una cenetta a casa e via, un cinema al massimo, o una passeggiata (ma è difficile, in queste sere di freddo polare, che la proposta non susciti il dubbio di un tentato omicidio). Se niente di tutto ciò può sembrare allettante, in realtà il settantatre per cento dei fedifraghi si è preparato per il doppio programma: così dice un sondaggio condotto dal sito ashleymadison.com, che dimostra come in questo gli italiani non siano da meno rispetto alle avanguardie della Grande Mela. I forzati della doppia ricorrenza non sono tutti costretti da donne pressanti e sull’orlo di una crisi da nullità sentimentale: no, ce ne sono alcuni (uno su quattro, addirittura) che si dicono «elettrizzati» all’idea di infrangere le regole il giorno prima di San Valentino. Una perversione che forse riesce quasi a fare simpatia, nella sua ingenuità. Se non fosse che, come annota Miriam Tomponzi, «di solito noi interveniamo in situazioni di crisi, che mettono in pericolo la famiglia: e le feste sono uno di questi momenti».

Sempre secondo il sondaggio i mariti, assediati dalle richieste di attenzione e dalla crisi finanziaria incombente come la possibilità di essere scoperti, prevedono di spendere 25 euro per la moglie, e 95 per l’amante: proprio per soddisfare quel desiderio di «ufficialità», il soldo fa la sua parte nella messinscena, ma chissà che anche la carta di credito non abbia un moto d’indignazione per tanta tirchieria. In ogni caso, se gli uomini calcolano gli spiccioli per cavarsela fra lei e l’altra, le donne - assicura Tomponzi - sono «le più ingegnose»: «Me ne è capitata una che è riuscita a festeggiare contemporaneamente la serata con due uomini.

Aveva due appartamenti sullo stesso pianerottolo, e per gestire l’andirivieni raccontava a entrambi gli ospiti di dover accudire la madre anziana». Ma i più scelgono un luogo pubblico: «Ristoranti soprattutto, o piano bar, dove si può mangiare ma anche ballare, per concludere la serata». Sempre meglio affidare certe conclusioni ad altro, del resto.

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