Lenti multifocali per la cataratta

Tra i pionieri della chirurgia della cataratta e della chirurgia refrattiva vi è Lucio Buratto. É da anni un punto di riferimento con una casistica tra le più elevate. É stato eletto presidente della Società oftalmologica, la più antica società scientifica italiana ed oggi dirige il Centro ambrosiano di chirurgia oculare in Milano. Autore di «L'occhio, le sue malattie e le sue cure», (Springer, 2010), affronta da lustri i difetti e le malattie che interessano l’occhio.
La cataratta è sicuramente una tra le più diffuse. «É una condizione di opacizzazione del cristallino (una piccola lente situata all’interno dell’occhio) che comporta un annebbiamento ed una progressiva riduzione della vista. La perdita di trasparenza del cristallino è un fenomeno naturale correlato all’età, interessa indistintamente uomini e donne, dopo i 65 anni la metà della popolazione sviluppa una cataratta, a 75 anni ne soffrono il 90% degli italiani. Esistono anche forme in età giovanile, alcune sono congenite, altre indotte. Tra le cause il diabete, le malattie dismetaboliche, ma anche l’uso di farmaci come i cortisonici, i traumi e l’esposizione a radiazioni o ad intense fonti di calore. I soggetti affetti da forte miopia sviluppano cataratta più precocemente degli altri».
Nel passato questa patologia veniva curata chirurgicamente solo in una fase avanzata, quando non consentiva più la visione. «Oggi – precisa il dottor Buratto - si predilige l’intervento precoce per l’alto livello di sicurezza e di affidabilità raggiunto. I rischi intra e post operatori e quelli tardivi sono diminuiti e si attestano solo intorno all’1-2%». La chirurgia della cataratta comporta l’asportazione del cristallino, per eliminare l’annebbiamento, e il contestuale inserimento di una lente artificiale. É un intervento di routine: si esegue ambulatorialmente, in anestesia locale con gocce di collirio, dura circa 15-20 minuti, non prevede punti di sutura e consente un buon recupero visivo. «Ma è comunque sempre un intervento delicato che si serve di tecnologie sofisticate, che richiede grande competenza e un’ottima esperienza da parte del chirurgo e necessita diuna moderna strumentazione. Un tempo si impiantavano solo lenti standard monofocali che assicurano un solo fuoco (generalmente quello da lontano), oggi esiste una grande varietà di lenti refrattive che soddisfano le esigenze di ogni paziente. Le nuove lenti multifocali permettono infatti di ridare la vista sostituendo il cristallino e correggono i difetti visivi preesistenti, come la miopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo, ma anche la presbiopia fornendo eccellenti risultati visivi, anche superiori a quelli precedenti all’insorgenza della cataratta».
Queste nuove lenti intraoculari consentono di ridurre o eliminare la dipendenza dagli occhiali, contrariamente a quanto accade con le lenti monofocali. « Non tutti i pazienti sono candidabili all’impianto di una lente refrattiva: ogni caso deve essere valutato. Questi nuovi cristallini sono utilizzabili nel 30% circa dei casi; in Italia, tuttavia, vengono applicati in un numero molto limitato di pazienti (meno del 3%). « Il Sistema Sanitario Nazionale, in un contesto di risorse limitate, copre oggi solo la terapia di base della cataratta, con l’impianto di una lente monofocale. Si dovrebbe concedere la possibilità, al momento non prevista, di richiedere l’impianto di lenti multifocali e/o toriche che consentono di correggere anche la presbiopia e l’astigmatismo, a fronte di una compartecipazione alla spesa che potrebbe essere di 300-400 euro per occhio, nel caso ad esempio, della correzione dell’astigmatismo.

É indispensabile che i pazienti siano informati dell’esistenza di questa nuova tecnologia anche quando si rivolgono ad un centro pubblico, senza dover ricorrere a centri privati con costi ben superiori. L’acquisto delle lenti multifocali è conveniente, consente infatti il risparmio di uno o due paia di occhiali e offre la libertà della visione diretta».

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