(...) per onor di firma: il primo obiettivo non è tanto il risultato, quanto evitare infortuni e cercare di non spremersi ancora prima dellinizio del campionato. Pirlo che ha saltato tutta la prima parte della preparazione - è alla seconda partita consecutiva da titolare, idem per Pato, arrivato negli Stati Uniti da meno di una settimana.
Leonardo va da tempo promettendo ritmo e velocità di manovra ma, con certe condizioni, tutto risulta più nebuloso, lento e prevedibile. Nel primo tempo, per vedere un vero e proprio cross dalla fascia bisogna aspettare 37, Zambrotta scappa a Zanetti, tutto però si spegne tra le braccia di Julio Cesar. Fino a quel momento, solamente altri due borbottii rossoneri, entrambi firmati da Pato, comunque uno dei più attivi: al 3 scarica sui pugni di Julio Cesar da trenta metri, sei minuti più tardi manca di un soffio il pallone, servitogli in corridoio da Jankulovski. Il Milan del primo tempo è tutto qui. Forse dopo 45 minuti sarebbe stato più giusto un pareggio, ma lInter ha Julio Cesar, mentre Kalac continua a confermare evidenti limiti: subisce un gol più che evitabile dopo solo 4 minuti, trafitto sul proprio palo da Milito.
Messo in soffitta il 4-3-3, Leonardo ha ormai capito che in questo momento gli unici lampi alla manovra rossonera possono arrivare solamente dal Ronaldinho: vero, il brasiliano gioca pressoché in 20 metri di campo, ma è lunico che riesce a dare un briciolo di verticalità al Milan. La sua condizione migliora di partita in partita e, ancora su calcio di punizione come già accaduto nelle due precedenti partite, mette paura a Julio Cesar che respinge di pugni. Un brivido freddo corre, invece, lungo la schiena del numero 80 rossonero quando larbitro Gonzalez, al posto di ammonirlo estrae inavvertitamente il cartellino rosso: Dinho prima sbianca poi capisce e sorride. Magari sorriderà ancora di più se, come vociferato, arriverà Elano, brasiliano in rotta col Manchester City. Costerebbe meno di 10 milioni.
Nella ripresa il Milan cambia completamente volto, non tanto per il gioco, quanto per le innumerevoli sostituzioni a cui Leonardo ricorre. Onyewu esce tra gli applausi, ma qui lui è uno di casa: il marcantonio statunitense, alla terza apparizione in rossonero, non è proprio impeccabile negli spazi stretti, ha in parte sulla coscienza la rete di Milito, ma quando cè da mettere fisico e centimetri dimostra di poter essere molto utile alla causa rossonera. Con a fianco l'arcigno Thiago Silva la difesa rossonera tiene abbastanza bene, meglio ancora quando nel secondo tempo entra Nesta al posto del sudamericano: dietro il Milan sembra essere più o meno sufficientemente sistemato, nonostante Leonardo desideri ancora un terzino. Esce anche Borriello, ancora completamente estraneo al gioco del Milan ma con grosse attenuanti: non gioca da quasi un anno e per uno col suo fisico è sempre un gradino più difficile entrare in forma prima dei compagni.
Le continue sostituzioni, poi, scombussolano la partita, il Milan infarcito di giovani e seconde linee, pecca nuovamente e in contropiede subisce anche il raddoppio, sempre dal sinistro di Milito che beffa Abate e - nuovamente - Kalac.
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