Leonardo era proprio un genio sapeva fare tutto, anche il cuoco

Era un genio. Ma che fosse anche cuoco sembra davvero esagerato. Eppure si dice anche questo di Leonardo da Vinci: un agile libello firmato da Jonathan Routh e consorte, Note di cucina di Leonardo Da Vinci, ha suscitato già molta curiosità e non più di un mugugno. Scettici ed entusiasti, il libello è stato dato alle stampe anche nel nostro Paese da qualche anno, ma le doti ai fornelli di uno dei massimi geni del rinascimento non sono news, ma storiche informazioni contenute in ben più di un Codice anche se secondo gli autori del libro esisterebbe un vero e proprio codex, il Romanoff, in cui Leonardo avrebbe annotato i suoi consigli e le sue esperienze da gourmet.
L'occasione per carpire alcuni dei segreti del Leonardo cuoco si presenta domani alle 16 al Mama Cafè di via Caminadella 7, quando - grazie all'iniziativa di Opera D'arte - sarà possibile scoprire di più sull'ars culinaria secondo da Vinci, nel ciclo di incontro Assaggi d'arte. Partendo dal manoscritto (da alcuni ritenuto falso o non più di una copia realizzata da Pisapia su appunti leonardeschi) si potranno apprendere le note di come cucinare le papere e la selvaggina, di come funzioni un tritamanzo o di come Leonardo si fosse speso per progettare una sorta di "pastamatic", enorme marchingegno per allungare gli spaghetti.

Alla parte teorica è poi abbinata una visita pratica, per fortuna ai suoi veri capolavori: sabato 24 gennaio alle 14, sarà possibile visitare Santa Maria delle Grazie e ovviamente il Cenacolo, l'unica tavola, quella sì, per cui Leonardo è passato alla storia. Info 02.45487400, 10 la conferenza, 8 la visita guidata, operadartemilano.it.

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